PESCARA - "Di Marco su ferrovia e aree interne: "Non sarà l'esercito a salvare l'opera dalle mancate coperture e l'entroterra dallo spopolamento. È un dovere morale difendere il valore civile dell'azione per infrastrutture e comunità"."Se il viaggio a Bruxelles per inserire la velocizzazione della ferrovia fra le opere difensive militari era preoccupante, quello a Roma dal ministro della Difesa Crosetto per rafforzare la presenza dell'esercito in Abruzzo desta ancora più sconcerto. Non solo sul piano politico, ma prima ancora sul piano logico, storico e civile. Bisognerebbe ricordare a Marsilio che la ferrovia non è mai stata, salvo necessità non programmate, un corridoio bellico. È stata progresso, sviluppo, collegamento fra territori, tra persone, imprese e comunità. È il simbolo della modernizzazione dell'Abruzzo, il ponte che ha rotto l'isolamento delle aree interne. E tale deve continuare a essere", commenta il consigliere Antonio Di Marco sulle esternazioni social del presidente della Regione.
"Che strategia positiva è trasformare un'opera civile in corridoio di mobilità dell'esercito? Se non era questo l'intento, allora ha usato parole sbagliate – così il consigliere regionale Antonio Di Marco promotore di proposte sia sulla ferrovia e sia sulla rivitalizzazione delle aree interne - . La verità è semplice e drammatica:
non ci sono abbastanza fondi per completare l'opera, ma da qui a piegarne la funzione a una finalità militare è davvero incredibile. Come può un investimento nato per l'economia dei territori viene ribaltato in una infrastruttura difensiva? Con l'assurda premessa, poi, che l'Abruzzo debba pensare alla difesa invece che a un futuro di sviluppo, lavoro e servizi. Definire "rafforzamento militare" la cura per lo spopolamento delle aree interne, è una deriva ancora più pericolosa, irresponsabile e antistorica. La ricetta per tenere vivi i nostri paesi è scuola, sanità, trasporti, lavoro, investimenti, turismo, economia, sostegni. Non l'esercito. Le parole del presidente sono la prova plastica dell'assenza di una visione reale per l'Abruzzo che ha dimostrato facendo affondare la sanità, non occupandosi dello spopolamento dei nostri centri, inaugurando un cantiere ferroviario senza certezze sulle coperture, senza sapere se avrà le gambe per arrivare a destinazione e senza considerare il destino di famiglie e imprese lungo il tracciato. Difendere la funzione civile della Roma–Pescara non è ostruzionismo, è un dovere morale e, se ha davvero pensato quello che ha detto sull'Abruzzo zona militare invalicabile, addirittura costituzionale".
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DI MARCO SU MARSILIO-CROSETTO: "NON SARÀ LA MILITARIZZAZIONE A SALVARE FERROVIA E AREE INTERNE"
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