"Carcere di Sulmona e il suo sfacelo.Di Giacomo e Nardella: colpa non del comandante ma della politica e dell'amministrazione penitenziaria centrale"
"Si è tenuta nella mattinata di oggi, unitamente al Segretario
nazionale Mauro Nardella e al Provinciale Gaetano Consolati, la prevista
"ispezione" sindacale ad opera del Segretario Generale del
Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria Spp Aldo Di Giacomo.
È un quadro a tinte fosche quello che si è presentato agli occhi dei tre sindacalisti intervenuti.
A
riguardo della struttura da segnalare l'irregolarità relativa
all’inadeguatezza dei vecchi reparti i quali risultano obsoleti e per
nulla rispondenti ai voleri del regolamento di esecuzione
dell’ordinamento penitenziario giacché mancano le previste (da oramai 25
anni) docce e l'acqua calda nelle celle.
I vecchi reparti si
presentano con infiltrazioni di acqua, di circuiti elettrici che sovente
vanno in tilt, di vani docce da terzo mondo per via della mancanza di
areazione capace di dissipare muffe catalizzanti l’insalubrità dei vani
stessi; di termosifoni che, complice la vetustà degli impianti
idraulici, vecchi più di 40 anni, potrebbero lasciare, cosi come
accaduto in passato, i detenuti senza riscaldamento obbligandoli, onde
poter consentire il ripristino della loro funzionalità, a ricoveri di
fortuna.
Il nodo degli organici rimane attuale nella sua
assoluta drammaticità. Arriveranno presto 21 unità in più, ancora poche
rispetto alle 60 mancanti che il Cnpp-Spp perora come numero e che non è
dato sapere se tutti giungeranno in terra d'Abruzzo o andranno, come
sempre accade in caso di mobilità, ad occupare posti in altri contesti
quali uffici dipartimentali, Gruppo operativo mobile, Gio, Gir, Nic,
Nir, etc.
Servirebbero medici, psicologi, fisioterapisti,
infermieri, OSS, ragionieri, addetti alla manutenzione degli impianti
ancora troppo pochi per garantire stabilità al sistema.
Tornando
alla logistica mancherebbero all’appello, due nuove cucine visto che,
per legge, ce ne vorrebbe una ogni 200 detenuti; non c’è un adeguato
reparto per multivideoconferenze atteso che le 5 aule utilizzate per le
udienze a distanza già oggi risultano insufficienti (allo scopo potrebbe
essere utile il riattamento del reparto ora riservato agli
incompatibili Collaboratori di giustizia e che andrebbe ovviamente
chiuso); non c’è un adeguato numero di uffici e di mezzi per la
traduzione dei detenuti da un luogo all’altro;
ci vorrebbe un ospedale cittadino più attrezzato;
un
numero di forze dell’ordine esterno del carcere più cospicuo (a tal
proposito ci si chiede se di questo al Comitato Provinciale per l'
ordine e la Sicurezza se ne sia discusso).
La mancanza di
grate alle finestre delle celle favorisce l'introduzione, a mezzo droni,
di oggetti non consentiti (telefonini, droga e possibili armi...) il
passaggio degli stessi da un piano all'altro e l'accumulo di immondizia
negli spazi sottostanti le celle.
Il reparto colloqui così
come quello della logistica ( sopravvitto e cucina detenuti), risulta
troppo scarno di personale e spazi per dirsi adeguato alle aspettative
di tutti.
Il posto dove trovasi l'istituto favorirebbe
l'implementazione di jammer per cui è difficile accettare che non ancora
se ne vedono applicati in struttura.
Va assolutamente
favorito il trasferimento immediato dei detenuti che si rendono autori
di gravi gesti. Spesso accade che o non vengono affatto tradotti altrove
oppure se avviene lo si fa con enorme ritardo.
La situazione non è bella per niente.
Il tutto si regge sulle qualità umane di un personale professionale e abnegato.
Condizioni
che portano a pensare che non è il comandante di reparto a rendere la
vita lavorativa maledettamente difficile e al limite del collasso ma le
dimenticanze, le omissioni e l'assoluta inadeguatezza strutturale che
caratterizza l'intero istituto che altro non sono che conseguenze
dirette di una mala politica oltreché di una cattiva gestione dell'
amministrazione centrale.
La domanda quindi nasce spontanea...
perché trasferire il comandante proprio ora che si ritrova ad operare
con due validissimi commissari, ai quali va il nostro plauso per
l'intelligenza e le capacità umane e professionali possedute e proprio
ora che per motivi sanitari e familiari avrebbe assoluto bisogno di non
allontanarsi dal luogo di sua abituale dimora?"
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