Verrecchia, che insiste sulla presunta “strategicità” dell’opera e sul fatto che essa “serve all’Italia”, evidentemente non ha letto il testo della risoluzione. In essa è detto chiaramente che “la realizzazione della Linea Adriatica non è necessaria” in quanto “le infrastrutture metanifere italiane sono ampiamente in grado di assicurare il fabbisogno di gas per il nostro Paese”. E’ pertanto “un crimine economico spendere 2 miliardi e 500 milioni per un’opera inutile e che sarà pagata dai cittadini attraverso un immotivato aumento della bolletta energetica”.
Inoltre, impianti come il gasdotto e la centrale Snam, “essendo a forte rischio di esplosione, non sono compatibili con territori altamente sismici” come l’Abruzzo e l’intero Appennino.
La risoluzione evidenzia anche i danni che l’opera comporterà: “I danni all’ecosistema in molti casi saranno irreversibili” poiché “dovranno essere abbattuti due milioni di alberi”. I lavori. inoltre, “interferiranno in modo fortemente negativo con aree di elevato valore archeologico e storico e con aree fragili sotto il profilo idrogeologico”.
Anche l’economia del territorio verrà colpita. L’opera, infatti, “provocherà notevoli danni all’economia delle comunità locali, attraverso la sottrazione e limitazione di centinaia di ettari di terreni agricoli e di uso civico, e causerà una svalutazione dei terreni e degli edifici sia privati che pubblici”.
Altro, quindi, che semplice “posizione di principio” come afferma Verrecchia. Ora il presidente Marsilio dovrà dare attuazione alla risoluzione, che lo impegna a sostenere in tutte le sedi istituzionali la posizione di assoluta contrarietà della Regione Abruzzo al progetto Linea Adriatica. Di conseguenza Marsilio deve chiedere al governo Meloni una moratoria sulla realizzazione dell’opera (metanodotto e centrale) al fine di: approvare una normativa che individui le aree idonee per le infrastrutture metanifere, escludendo i territori ad alto rischio sismico ed idrogeologico; sottoporre il progetto ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale; sottoporre l’opera ad una approfondita valutazione costi/benefici; approvare una nuova normativa sulle distanze di sicurezza in quanto le norme attuali non garantiscono l’incolumità dei cittadini; apporre il vincolo culturale sul sito della centrale a Case Pente di Sulmona dal momento che gli scavi di archeologia preventiva hanno confermato l’elevato valore storico dell’area.
Come Comitati metteremo in atto ogni possibile iniziativa affinché la risoluzione della Regione abbia piena e rapida attuazione".
Comitati No Snam Abruzzo
Nessun commento:
Posta un commento