La Snam aveva rinunciato al progetto Linea Adriatica rinviandolo al 2034, ma l’attuale governo di centro destra lo ha riattivato.
Nonostante la rilevanza nazionale del progetto, le istituzioni locali hanno un ruolo molto importante perché tutti i Comuni coinvolti devono attestare la compatibilità dell’opera rispetto al proprio territorio e la Regione Abruzzo in passato ha negato l’intesa con lo Stato con 7 delibere di Giunta.Pietrucci ha illustrato la risoluzione che chiede al governo nazionale:
⦁ di assegnare alle Regioni il compito di individuare le aree idonee per le infrastrutture metanifere (come già avviene per le aree idonee alle fonti energetiche rinnovabili);
⦁ di sottoporre il progetto Linea Adriatica ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale (quella esistente risale ad oltre 14 anni fa);
⦁ di sottoporre l’opera ad una valutazione costi/benefici da parte di un ente terzo;
⦁ di approvare una nuova normativa nazionale sulle distanze di sicurezza (le norme attuali non garantiscono l’incolumità dei cittadini e la sicurezza dei beni);
⦁ di apporre il vincolo culturale sull’area di Case Pente a Sulmona, dove gli scavi di archeologia preventiva effettuati per la centrale hanno portato alla luce reperti di elevato valore storico.
L’illustrazione della Risoluzione ha consentito di sensibilizzare l’assemblea regionale, rinviando il confronto e gli approfondimenti alla prossima seduta della Commissione Territorio dove sarà possibile audire tutte le associazioni e i soggetti interessati.
Fuori dal Consiglio, una nutrita delegazione di cittadini, ha manifestato con striscioni e cartelli la propria contrarietà all’opera".
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