Tutto è iniziato il 25 settembre 2024 con l’incontro inaugurale dal titolo “La Città educativa” alla presenza di don Luigi Ciotti, fondatore e copresidente dell’associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie e dei formatori di Libera Michele Gagliardo, Salvatore Rizzo e Tito Vezio Viola.
Gli incontri, tenuti dai formatori di Libera, si sono svolti nella varie sedi scolastiche della città nei mesi di dicembre, febbraio, marzo e maggio e hanno coinvolto 60 insegnanti di ogni ordine e grado, (dal nido fino agli istituti superiori), varie realtà educative e culturali del territorio e 31 studentesse e studenti degli ultimi anni del polo umanistico Ovidio e del polo scientifico – tecnologico “E. Fermi”. Proprio questi ultimi sono stati coinvolti in un percorso di formazione per peer educator con l’obiettivo di costituire un gruppo di giovani educatrici/educatori in grado di gestire momenti di formazione con le ragazze e i ragazzi più giovani.
Nel corso dei vari appuntamenti si è approfondito il senso e il
significato dell'esperienza del consumo e della dipendenza, a partire da
una messa in discussione degli stili di vita contemporanei. Ciò ha
implicato un'approfondita riflessione sui bisogni educativi connessi
all’appartenenza e all’inclusione in adolescenza e sugli attuali modelli
di consumo, riletti da un punto di vista pedagogico, sociale e
culturale, al fine di promuovere immaginari e sistemi simbolici nuovi,
sviluppare capacità di lettura critica della realtà e del rapporto con
essa.
Si è avuto modo di riflettere insieme sulla solitudine delle
famiglie, sulla crescente situazione di fatica che bambine/i, ragazze/i
quotidianamente vivono. Esclusi dai pensieri degli adulti e da ogni
formula di dibattito pubblico, diventano soggetti di cura e di
attenzione solo se e quando destano preoccupazioni o fanno qualcosa di
particolarmente provocatorio. Non essere nei pensieri degli altri e
essere considerati solo per situazioni allarmanti costituisce una
condizione di abbandono e continuo giudizio, cosa che produce dolore e
sofferenza. Forte è il malessere psicologico ed emotivo di queste
generazioni, forte è il senso di inadeguatezza che vivono e che si
accompagna ad un graduale abbassamento dell’autostima e della percezione
di utilità sociale. Chi cresce necessita di avere accanto adulti,
istituzioni e organizzazioni sociali attente e disposte a incontrarli
nell’intimità e a far fare loro esperienze di crescita della
responsabilità e dell’utilità sociale.
Uno spazio di lavoro è stato
infine dedicato alla comprensione del ruolo delle mafie e del fenomeno
dei traffici internazionali di droghe, oggi oggetto della maggiore
redditività degli investimenti delle organizzazioni mafiose.
A conclusione del percorso è emersa la necessità e la volontà di strutturare un Patto educativo per la Città.
Un
patto costruito insieme, risultato di un processo di graduale
confronto, un patto di co-responsabilità che vada oltre la scuola,
riconoscendo la responsabilità educativa di ogni soggetto che compone la
comunità, che sia ente pubblico, privato e di volontariato, allargando
le collaborazioni al fine di dare forma sempre più ampia alla comunità
che educa. Non si può immaginare che la responsabilità educativa sia
legata esclusivamente alla scuola, ma che sia un compito diffuso e
condiviso tra tanti soggetti che incontrano la vita di chi sta
crescendo.
Attivare un percorso con la comunità educante significa
credere ancora in una educazione diffusa e nella condivisione della
responsabilità educativa e civile per favorire la crescita di persone e
luoghi. In questo procedere non si può ragionare di comunità educante
escludendo i più giovani, perché sono parte della comunità operosa che
(ci) educa, che agisce collettivamente verso un orizzonte di
cambiamento.
Non è soltanto un patto “per” le giovani generazioni,
bensì un patto “con” le giovani generazioni, assumendo l’idea che una
comunità migliore per i bambini, i ragazzi e i giovani sia una comunità
migliore per tutti.
Nella convinzione che l’educazione sia
fondamentalmente un atto pubblico che si attua nella continua relazione
tra individuo, collettività e luoghi, all’incontro sono stati invitati a
partecipare tutte/i le/i candidate/i alla carica di sindaco e
consigliere/consiglieri alla prossime amministrative, con la speranza
che il tema dell’educare possa tornare ad essere al centro dell’agenda
politica.
All’appuntamento del 22 maggio interverranno i formatori di Libera Michele Gagliardo, Salvatore Rizzo e Tito Vezio Viola.
L’iniziativa
si inserisce nella campagna nazionale di Libera “Fame di verità e
giustizia” che farà tappa in Abruzzo nei giorni 21/22/23 maggio a
L’Aquila, Castiglione Messer Raimondo, Sulmona, Chieti e Atessa".
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