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lunedì 3 febbraio 2025

"ALS1 AVEZZANO–SULMONA–L’AQUILA: "CONDIZIONI LAVORATIVE INACCETTABILI PER IL PERSONALE DEL CUP E DEL CALL CENTER"

AVEZZANO - "Le   lavoratrici   e   i   lavoratori   in   appalto   della   ASL1   Avezzano-Sulmona-L’Aquila,  assegnati al CUP e al call center, rischiano di vedere compromesso il loro diritto al  lavoro.Ed infatti,   da   quanto   abbiamo   appreso   dai   lavoratori   e   dalle   lavoratrici   impiegati presso il CUP e il call center, le condizioni lavorative in cui gli stessi operano non  sono   dignitose   e   sono   inaccettabili,   con   gravi  ripercussioni   sul   corretto  funzionamento dei servizi e, per l’e#etto, sull’utenza che, al momento, per e#ettuare  una prenotazione,   è   costretta   ad   attendere,   in   media,   due   o   tre   ore   in   presenza,  presso il CUP, e %no ad un’ora al telefono. E ciò in quanto mancano sia gli spazi  all’uopo preposti, sia la strumentazione idonea.Più speci%camente, si evidenzia che, tanto per i lavoratori e le lavoratrici del CUP  quanto per quelli impiegati presso il call  center,   non   ci   sono   postazioni   idonee   e
complete   di   sedie,   cu#ie,   microfoni,   toner   per   stampanti   e   connessione   internet
funzionanti. E ciò, nonostante l’hackeraggio subito dalla ASL1 nella primavera del
2023.   Sarebbe,   infatti,   stato   auspicabile,   visto   l’accaduto,   che   le   postazioni   dei
lavoratori   e   delle   lavoratrici   del   CUP   e   del   call   center   venissero   potenziate.   Ed
invece, ad  oggi,   i lavoratori e  le   lavoratrici del CUP  e   del call center  non  hanno
nemmeno,   nella   maggior   parte   dei   casi,   il   posto   dove   sedersi   e,   anche   quando
riescono a trovare una sedia che non sia rotta, la postazione di lavoro è piena di %li
scoperti,   la   connessione   internet   non   funziona   come   dovrebbe   e,   per   avere   dei
microfoni funzionanti, hanno dovuto acquistarli di tasca propria. Senza contare che,
per quanto riguarda i lavoratori e le lavoratrici del call center, non ci sono nemmeno
gli   spazi   idonei   dove   operare.   Ed   infatti,   gli   stessi   sono   attualmente   collocati
all’interno   dell’ospedale   San   Salvatore,   tra   il   reparto   di   ginecologia   e   quello   di
ortopedia, con un unico bagno a disposizione e senza alcuna postazione già assegnata
a disposizione.
Tali   condizioni   di   lavoro   causano   forte   disagio   ed   incertezza   ai   lavoratori   e   alle
lavoratrici   coinvolti   e   notevoli   ritardi   nell’adempimento   delle   prestazioni,
danneggiando, quindi, anche l’utenza, costretta a %le interminabili (anche all’aperto,
data   la   spesso   ingente   a/uenza)   e   ad   attese   estenuanti   che   contribuiscono   ad
esasperare gli animi e le già di#icili circostanze. E ciò, nonostante, con il cambio
appalto   veri%catosi   all’inizio  del  mese   di   ottobre 2024,  sembrassero   essere    stati
%nalmente messi a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici nuovi locali, in edi%ci
siti in prossimità dell’ospedale. Questi locali, infatti, che parrebbero pronti all’uso da
tempo,   sono   di   fatto   indisponibili   perché   privi   dell’idonea   strumentazione   per   i
lavoratori   e   per   le   lavoratrici   (quali,   per   esempio,   computer,   cu#ie,   microfoni,
stampanti, toner, connessione internet).
E’ necessario ed evidente che le soluzioni a questa situazione insostenibile vadano ricercate partendo dalla  tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e del diritto dell’utenza alla fruizione dei servizi pubblici  secondo principi di equità, universalità e gratuità e non, invece, come purtroppo accade, da una logica di  mera riduzione dei costi. Serve rimettere al centro della discussione politica il lavoro stabile, sicuro e di   qualità ed il buon andamento del sistema sanitario pubblico, attraverso la valorizzazione di tutto il personale   che, negli ultimi anni, si è spinto oltre le proprie possibilità per sopperire alle innumerevoli carenze e per   garantire il diritto alla salute dei cittadini e delle cittadine".

    FILCAMS CGIL L’Aquila   
    Andrea Frasca
    Alessandra Marchionni

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