L'AQUILA - “La prima cosa che sento di dover fare è rivolgere un pensiero alle famiglie e agli amici dei ragazzi che hanno perso la vita in quel terribile terremoto. La nostra terra non è stata più la stessa da quel giorno e il ricordo di quelle ore non potrà mai essere cancellato.Nessuna sentenza riuscirebbe ad alleviare il dolore dei tanti che hanno perso qualcuno. Quei ragazzi erano a L’Aquila per studiare, per costruirsi un futuro e imparare a immaginarlo. Vedo i loro sorrisi, le loro preoccupazioni, le difficoltà, l’ansia per gli esami, le delusioni, le soddisfazioni e la gioia. Tutte sensazioni che gli studenti conoscono bene e che affrontano ciascuno a modo loro, consapevoli del percorso che hanno deciso di intraprendere e per prepararsi alla vita.Non è forse questo il compito delle nostre scuole e delle nostre università? Preparare nel migliore dei modi i nostri ragazzi. Fa quindi ancora più male leggere di “condotta incauta”, eccessivo “attaccamento al dovere” e “Niente risarcimento alla studentessa, era troppo attaccata allo studio”.
Nicola, Ivana, Enza, Michele, Daniela, Sara, Tonino e Ilaria erano lì per studiare, erano lì per il loro futuro e lì hanno trovato la morte. Non sono stati incauti o superficiali. La morte non l’hanno cercata o sfidata, e sarebbe assurdo anche solo immaginarlo. Erano lì per l’esatto opposto, per studiare e aprirsi alla vita.Le sentenze non si commentano, certo. A volte questo succede perché lasciano senza parole, come in questo caso. Ancora un abbraccio alle famiglie dei ragazzi”.
Così in una nota la senatrice sulmonese Gabriella Di Girolamo.
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