Il problema è che il Comune non dice quali sono queste “normative speciali”. Sono ormai passati parecchi giorni da quando i Comitati hanno chiesto spiegazioni su questo punto ma da parte del Comune c’è solo il muro del silenzio. Non vorremmo che su questa storia (la villa in costruzione è dei parenti di un noto costruttore) il Comune si sia dato una sonora zappa sui piedi. Inizialmente su quel terreno c’era una baracca. La baracca era abusiva, ma pare che in seguito sia stata condonata. Con l’entrata in vigore della legge sul superbonus del 110 per cento è stata avanzata richiesta al Comune di demolizione, cambio di destinazione d’uso e ampliamento per la realizzazione di un edificio residenziale. E il Comune ha concesso l’autorizzazione.
Ma – obiettano i Comitati al Comune – è la stessa legge regionale, applicata al caso, che sembra escludere espressamente la possibilità dell’intervento edilizio di cui trattasi, dal momento che la suddetta legge non trova applicazione per “edifici situati in aree soggette a vincoli di inedificabilità assoluta dagli atti di pianificazione territoriale” (art.2, comma 8, della L.R. n.49 del 2012). Infatti, l’area in cui è in atto la costruzione dell’edificio privato è classificata dal vigente P.R.G. del Comune di Sulmona come “parco urbano e territoriale” e l’art. 3.26 delle Norme Tecniche di Attuazione stabilisce che “in tali zone gli interventi, di esclusivo carattere pubblico, hanno come fine la assoluta salvaguardia e la valorizzazione ambientale, ecologica, naturalistica del patrimonio esistente”.
Insomma, a quanto pare, quella villa privata lì non ci potrebbe proprio stare. Un Comune che agisce per la tutela dell’interesse pubblico dovrebbe essere una casa di vetro. Se non risponde autorizza a pensare che ci sia qualcosa da nascondere. Ma noi non lo vogliamo pensare. Pertanto restiamo in attesa che vengano forniti i chiarimenti richiesti, non solo per noi ma per un diritto che riteniamo sia dell’intera cittadinanza".
Comitati cittadini per l’ambiente
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