Dagli alberi di mele nelle sue diverse declinazioni e specie (la “rosa”, il “limoncello”, la “piana”), circa 150 a dimora, i proprietari e gestori ottengono marmellate di qualità eccelsa; dai 3mila metri di orti spuntano pomodori da seme, zucchine, fagioli, “soprattutto fagioli che è un prodotto molto richiesto” spiega Juliette. Dall’orto arrivano i sottoli, le spezie, gli ortaggi in barattolo, ma anche i liquori: dalla genziana, alla ratafia. E poi ancora 40 piante di noci e 70 di mandorli. Le capre e le api per il miele.
“Abbiamo la certificazione biologica per l’azienda agricola – racconta la proprietaria che gestisce tutto con l’aiuto della famiglia – ma anche l’agriturismo risponde ai criteri da certificazione, anche se non l’abbiamo richiesta perché costava troppo”.
Un piccolo gioiello di autentica sostenibilità che, però, si scontra contro la difficoltà di una rete commerciale che sappia veicolarlo. E’ per questo che la Masseria San Iorio è entrata ora a far parte della piattaforma ideata dal Gal Abruzzo Italico-Alto Sangro per la promozione commerciale dei prodotti del territorio. Una rete a chilometro zero che mette insieme le eccellenze dell’Alto Sangro: quelle enogastronomiche e non solo e che coinvolge anche i ristoratori, che i prodotti sostenibili e a chilometro zero, li trasformano non solo in cibo, ma in prodotto turistico.
“E’ quello che mancava alla nostra azienda – aggiunge Juliette – noi conosciamo la terra e i suoi frutti e ci fa piacere condividerli con i turisti, in particolare gli stranieri che qui da noi, con le camere che abbiamo a disposizione per dormire, vivono una esperienza immersiva”.
Lontani da tutto il rumore, senza neanche quello della Tv.
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