Non è pensabile avere un istituto che fa dell'invio in missione di personale del GOM ( Gruppo operativo mobile deputato alla gestione del regine ex 41 bis) senza una caserma che può considerarsi tale e per di più con l'impossibilità, pressoché assoluta, per i restanti poliziotti del quadro permanente di farne un adeguato utilizzo e sempre che ci siano posti a loro disposizione.
Molti a dir la verità hanno risolto la situazione, se così si può dire, utilizzando i map ex progetto "case". Anche se non è questa la soluzione migliore e soprattutto la cosa da fare soprattutto per ciò che attiene l'impegno economico al quale gli agenti sono chiamati a sottostare e, cosa importante nei casi di necessità, per l'impossibilità in caso di emergenza di poter contare immediatamente proprio sul personale accasermato.
Sul tema della REMS ( Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza ) la UIL è tornata a sollecitare un preciso ed adeguato intervento affinché il disastro prodotto in termini di organici , e tutt'ora in essere per via dal susseguirsi di continui ricoveri presso l'ospedale cittadino, facciano cessare l'utilizzo costante di personale che inevitabilmente viene distolto dagli incarichi da svolgersi presso i vari posti di servizio di un carcere, qual è quello aquilano, che lo ricordiamo detiene al suo interno ben 170 boss tanto da relegarlo a carcere tra i più delicati d'Europa.
Di appunti solo per la provincia aquilana, quindi, il sottosegretario ne ha dovuti prendere davvero tanti.
Ad esse ovviamente si sono aggiunte anche quelle della restante parte della Regione Abruzzo. Regione che paga l'assoggettamento all' egida "romana" della sua amministrazione penitenziaria. Condizione, quest'ultima, che dopo la chiusura del presidio pescarese ha sensibilmente fatto peggiorare il tutto.
Ora però la UIL PA vuole concrete risposte. Del mancato seguito alle promesse fatte dai tanti deputati che sovente vengono a farci visita ne abbiamo fin troppo.
Al sottosegretario, che comunque ringraziamo per essere venuto a fare visita il contesto penitenziario aquilano, è chiesto di portarsi in dote anche gli appunti consegnati all'altro sottosegretario On.le Anna Macina alla quale, in tempi non sospetti, è stato chiesto, tra le tante cose, un contributo ai fini della chiusura del reparto collaboratori del carcere di Sulmona e contestuale sua trasformazione in presidio multi videoconferenze.
Abbiamo apprezzato l'idea del on.le Sisto circa un fattivo intervento sulla questione burn out che affligge il mondo dei poliziotti penitenziari.
Si può accettare, a condizione che non si sostituisca all'apporto umano, la manifestazione di interessi circa l'avvento sempre più della tecnologia in ambito detentivo.
Non sarebbe accettabile il fatto che in luogo delle persone, soprattutto quando si parla dell'opera trattamentale, si utilizzino stratagemmi elettronici.
Sarebbe in tal caso compromessa la dignità professionale del poliziotto penitenziario e, finanche la sicurezza atteso che, dovrebbe essere risaputo oramai, laddove arriva l'occhio e l'azione umana non ci arriverà mai un codice binario. Meglio, ovviamente, sarebbe farli agire insieme".
Mauro Nardella segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria e componente della segreteria confederale CST UIL Adriatica Gran Sasso
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