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venerdì 10 settembre 2021
MARELLI – SISTEMI SOSPENSIONI DI SULMONA. DI PIERO: "LA POLITICA REGIONALE BATTA UN COLPO"
SULMONA - "Le recenti notizie in merito alle prospettive dello stabilimento della Marelli – Sistemi Sospensioni di Sulmona pongono seri interrogativi e meritano risposte immediate da parte delle istituzioni.La possibile delocalizzazione in Polonia, a decorrere dal 2023, delle commesse finora assicurate alla SEVEL di San Salvo avrebbe effetti drammatici sul settore automotive regionale, ponendo sostanzialmente sul lastrico migliaia di famiglie abruzzesi.Pertanto, la questione che di riflesso investe lo stabilimento sulmonese e le centinaia di operai che lavorano all’interno dello stesso va immediatamente ricondotta ad un più alto livello istituzionale ed attiene alle scelte strategiche che la Società Stellantis intenderà adottare per il settore dell’auto abruzzese.E’ assolutamente necessario che la Regione Abruzzo, nella persona del Presidente Marsilio, attivi immediatamente un canale con il Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare ed incentivare iniziative ed investimenti della Stellantis nel settore auto della nostra Regione.La nostra coalizione, nell'esprimere la assoluta e incondizionata disponibilita' ad incontrare le rappresentanze sindacali aziendali e i lavoratori, ha tempestivamente investito del problema le proprie rappresentanze regionali e nazionali affinché esercitino immediata e proficua pressione sul Presidente della Regione e sul Ministero dello Sviluppo Economico.E’ di tutta evidenza che eventuali scelte di delocalizzazione avrebbero effetti nefasti sull’economia regionale, con conseguenze sullo stabilimento della nostra Città.Sulmona e Il territorio della Valle Peligna versano in condizioni di disagio economico di entità tale da non poter minimamente sopportare i dolorosi riverberi di un ridimensionamento delle maestranze in attività presso l’unico stabilimento industriale rimasto nella nostra Città e non può certo affidarsi alle illusorie chimere di chi, con modalità generiche e raffazzonate, promette centinaia di posti di lavoro in comparti alternativi all’economia industriale e manifatturiera".
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