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mercoledì 26 febbraio 2020

"SPOPOLAMENTO E AREE INTERNE: CHE FARE?"

SULMONA - "La pubblicazione del Report sugli indicatori demografici da parte dell’ISTAT ha stimolato l’apertura di una riflessione ed una spinta ad agire partendo dai dati estremamente preoccupanti sul marcato spopolamento che si è registrato nel 2019 nella nostra Provincia.La popolazione diminuisce costantemente, invecchia sempre più, l’indice di dipendenza strutturale (il numero della popolazione non attiva 0-14 anni e 65 anni e oltre su quella attiva 15-64 anni) diventa sempre più critico, con particolare accentuazione del fenomeno nelle aree più interne e di montagna, le cosidette “aree fragili”, dove i Servizi Sanitari, della Mobilità e dell’Istruzione, sono più carenti.
In Valle Peligna è da anni che il Dott. Ronci, dati alla mano e costantemente monitorati, denuncia le condizioni di indebolimento demografico e la necessità di attivare politiche e scelte programmatiche di contrasto per arrestare un declino quasi irreversibile.Nulla si è fatto in passato  per contrastare la cancellazione di Sulmona come “Polo di attrazione”, con il conseguente declassamento dell’Ospedale S.S. Annunziata.
 Nello stesso tempo, proprio a seguito di tale decisione che ha comportato una riclassificazione nazionale delle aree interne e della loro perifericità rispetto ai Poli regionali rimasti, altrettanto nulla si è fatto per far individuare nel nostro territorio un’Area Pilota in attuazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne. Si consideri che vi sono ben cinque Comuni classificati come “Periferici” rispetto ai Poli di attrazione provinciali di L’Aquila e Avezzano e Chieti-Pescara fuori territorio provinciale.
Il nostro auspicio è che, partendo dai deludenti risultati di questi ultimi anni per il riavvio di una politica di sviluppo per la Valle Peligna e le sue aree interne e di montagna, si cominci a ragionare seriamente su come affrontare il prossimo futuro, in particolare le opportunità derivanti della prossima Programmazione Comunitaria 2021-2027.
Con il “Piano Sud 2030 Sviluppo e Coesione per l’Italia”, presentato nelle settimane scorse dal Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano, viene confermata la validità della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), sottolineando la necessità di un suo “forte rilancio”, da attuare con una “estensione dell’intervento sui restanti comuni classificabili come aree interne” e lo stanziamento con la legge di Bilancio 2020 di ulteriori risorse nazionali per i prossimi anni, alle quali vanno aggiunte quelle derivanti dalla prossima programmazione 2021-2027.
Si rende necessario, a nostro parere, passare dalla denuncia all’azione, dalla protesta alla proposta, per non trovarsi nuovamente impreparati nel partecipare ai tavoli istituzionali di confronto che si apriranno per effettuare le nuove sperimentazioni di  sviluppo nelle Aree Interne.
La priorità, sempre a nostro parere, partendo comunque dalle indicazione europee e nazionali, è sviluppare e concretizzare un processo aggregativo e associativo dei Comuni della nostra area, condizione ritenuta, dalle indicazioni di programmazione comunitaria e nazionale per l’utilizzo dei Fondi europei, come un “pre-requistito” essenziale per poter essere scelti come area dove investire risorse per un “Progetto strategico e integrato di sviluppo”, come sta avvenendo nelle cinque aree pilota scelte in precedenza per l’Abruzzo: aree verso le quali si stanno indirizzando risorse, ad oggi, di circa 10 milioni di euro per obiettivi ben definiti e legati alla esigenze dei luoghi.
Se vogliamo realmente consentire a questo territorio di arrestare il declino economico-sociale in atto, occorre superare la frammentazione comunale attuale, costruire un assetto associativo vero, con regole, strumenti e prassi di confronto ben definiti tra attori istituzionali e soggetti sociali, produttivi, etc, in grado di formulare un “Progetto Strategico di Sviluppo” di area vasta, capace di valorizzare e mettere a sistema l’immenso “capitale territoriale”-ambientale, produttivo, sociale, turistico e storico-culturale- esistente. Non c’è tempo da perdere.


                               Enio Mastrangioli
               Segretario Lega SPI-CGIL Area Peligna


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