SULMONA - Una occasione per sviluppare, attraverso la convivialità, i valori della cucina italiana, con la valorizzazione degli elementi identitari del cibo, non solo con la sua genuinità ed originalità, ma anche attraverso un menù rappresentativo delle caratteristiche della cosiddette “Tre T” che caratterizzano la cucina italiana: Tradizione, Territorio e Tecniche originali. E’ stato questo e molto altro ancora la cena ecumenica organizzata dall’Accademia della Cucina Italia che si è svolta ieri al ristorante di piazza Garibaldi, San Filippo 63, per “inneggiare al rilancio dei prodotti tipici come veicolo di crescita per il territorio” come ha rimarcato il delegato dell’Accademia, Gianni D’Amario, soddisfatto per la buona riuscita della serata. Ma il protagonista assoluto della kermesse enogastronomica è stato il Montepulciano, a 50 anni dalla creazione dalla doc del Montepulciano d’Abruzzo. Sono state otto le cantine abbinate ad altrettante delegazioni. Per Sulmona c’era la cantina Margiotta di Pratola Peligna che si conferma un’eccellenza in tal senso. Ricco il menù della serata, confezionato da Fabrizio Centofanti e Alberto Di Placido, che ha visto alternarsi una serie di portate. Dalle bollicine di benvenuto ai gnocchetti vino e farina per arrivare al guanciale di maiale nero e carciofi di cupello. Poi è stata la volta dello stracotto di capocollo di maiale nostrano di Montepulciano su purè di sedano rapa e cialda di polenta bramata. Per finire con cheesecakhe di ricotta con gelè al Montepulciano.
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