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lunedì 19 febbraio 2018

"MEDICI PENITENZIARI "EVADONO" DAL CARCERE"

SULMONA - "Che la riforma partorita nel 2008 e che ha visto spostare le dinamiche legate alla sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia alle ASL territoriali non abbia prodotto quel miglioramento tanto auspicato delle condizioni di lavoro dei professionisti del campo e sotto gli occhi di tutti.Portare tuttavia i medici a superare il limite della sopportazione tanto da farli praticamente evadere dall'ambiente che li ha visti operare spesso andando oltre la volontà contrattuale è un' evenienza  che non ci saremmo mai aspettati.-Ad affermarlo sono Mauro Nardella della UIL PA Penitenziari e Marcello Ferretti della UIL FPL-Eppure questo è quello che sta succedendo nel carcere di massima sicurezza di Sulmona.
E' capitato infatti che due medici di fresca nomina  abbiano deciso, nel giro di pochissimi giorni dal loro arrivo, di "scappare" via dal penitenziario peligno.
Alcuni dicono che la loro scelta sia stata dipesa da altri e più lusinghieri incarichi nel frattempo ricevuti ma il dubbio in ordine alle vere motivazioni che hanno spinto i due professionisti ad abbandonare il campo senza tra l'altro avere il tempo di capire come funzionasse il loro ruolo in un contesto come quello del carcere peligno, resta.-Sottolineano Nardella e Ferretti-Intanto i medici rimasti, quelli cioè che da decenni oramai svolgono il loro prezioso lavoro( malgrado alcuni di loro in passato siano stati oggetto di aggressioni e denunce penali da parte dei detenuti) nel carcere di piazzale vittime del dovere, non ce la fanno più e alla rabbia di alcuni costretti ad operare con l'ausilio di contratti da medioevo si aggiunge quella dei restanti impegnati a doversi sobbarcare turni massacranti pur di garantire  la copertura h24 del servizio e che, in diverse circostanze, li avrebbe portati a restare lontano da casa finanche per 38 ore consecutive".-Sottolineano i due dirigenti della UIL-Lanciamo quindi un appello agli organi competenti affinché si impegnino a  mettere mano alla deprecabile situazione createsi e, soprattutto,  a modificare quella clausola contrattuale che non permette a quei medici( grazie ai quali, con il  loro spirito di sacrificio e di abnegazione, si sta evitando  il  collassamento del sistema) che pur fornendo un servizio impeccabile tuttora sono da ritenersi precari.-Concludono-