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venerdì 27 ottobre 2017

SULMONA CITTA' SICURA, ENTRA NEL VIVO LA MAPPATURA DEGLI EDIFICI

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SULMONA - Entra nel vivo la mappatura di vulnerabilità sismica degli edifici cittadini grazie alla convenzione fra l’associazione “Tecnici per Sulmona città sicura” e il Comune di Sulmona che sarà formalizzata nelle prossime ore. Il progetto è stato presentato esattamente un anno fa e in 89 sono entrati a far parte del sodalizio che dovrà redigere delle specie di carte di identità degli edifici cittadini sulla base degli interventi fatti negli anni e stratificati e sulla base di precise informazioni geologiche. Al momento gli ingegneri e architetti si stanno concentrando sul centro storico dove sono stati individuati 195 aggregati fino alla zona di San Panfilo.
Questo progetto si chiama Sulmona Città Sicura - Sulmona Città Senza Pericolo.Il titolo riprende il nome di una mostra, tenuta nel 2013 alla Triennale di Milano, che a sua volta si ispirava ad una frase del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti dove la responsabilità civile dell’architetto di fronte alla società veniva manifestata nella necessità di vivere in un luogo dove “…possiamo nella quiete, con tranquillità, allegrezza e sanità, nel travagliare con utilità e guadagno, e nell’una e nell’altra, senza pericolo e con dignità ritrovarci.”
Tale premessa, crediamo, riassuma perfettamente il senso ultimo del lavoro che ci accingiamo
ad intraprendere.Senza pericolo e con dignità deve diventare per la nostra città un obiettivo ambizioso, da perseguire con grande determinazione, nella consapevolezza che “…per costruire e abitare senza pericolo bisogna avere molta cura dell’ambiente in cui viviamo.”
Questo lavoro vuole essere quindi la messa a punto di un percorso, la prefigurazione di un
futuro, fondato su un’azione di tutela attiva della città e in particolare modo del suo centro
antico.

Per ‘tutela attiva’ intendiamo un operato volto alla riappropriazione della città storica, come centro
di vita e di relazioni civili, sociali ed economiche, come luogo di residenza e di servizi collettivi.
Tale condizione, legata alla vita quotidiana e non solo all’attività turistica e vacanziera, allontana il
degrado e l’impoverimento dei luoghi e qui, dove le condizioni sociali e le dimensioni urbane lo
consentono, ne valorizza i caratteri e la qualità della vita di chi li abita.
Questo, che appare come fine ultimo, a causa della nostra condizione geomorfologica all’interno
della catena appenninica, deve partire dalla valutazione della vulnerabilità sismica e dalla messa
in sicurezza degli edifici. Ciò rappresenta la condizione basilare per la salvaguardia della vita
umana e per il futuro della città tutta.

La tutela attiva quindi è un progetto per la città. Un progetto ampio e di lunga durata che investe
diversi ambiti disciplinari: da quello ambientale a quelli giuridici, economici, sociologici,
infrastrutturali.
Esso dovrà porsi e operare come “grande sfida d’una azione architettonica e ingegnerile
orientata a un riuso compatibile dell’esistente, ad una conservazione cioè preventiva e
programmatica del patrimonio storico in rapporto all’ambiente” (B. Zanardi.).
Il progetto avrà al centro la prevenzione del patrimonio monumentale ed edilizio dal rischio
sismico. Insieme all’ accresciuta condizione di sicurezza si dovrà tornare anche a pensare
l’architettura come presupposto imprescindibile per la costruzione della città e della bellezza dello
spazio urbano.
Abbiamo tutti una grande responsabilità verso la “costruzione di un ambiente in cui, attraverso
la prevenzione la cura, il futuro di ogni memoria possa abitare senza pericolo”
(Federico Bucci).
Il giorno 3 febbraio 2017 è nata l’Associazione “Tecnici per Sulmona Città Sicura”.
Ad oggi conta 89 iscritti tra diverse figure professionali: architetti, avvocati geologi, geometri e
ingegneri.
Rapporti di collaborazione si sono attivati anche con altre professionalità utili al buon esito del
progetto e ad ampliare il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza.
Sono stati avviati contatti con i dirigenti scolastici dei poli scientifico e umanistico della città e con
alcuni professionisti specializzati nei progetti per l’accesso ai fondi europei.
L’impegno di tutti i professionisti, a vario titolo coinvolti, è di volontariato.
Il programma ha ottenuto, nello scorso mese di agosto, l’adesione dell’Amministrazione
Comunale di Sulmona e l’adozione di una deliberazione di giunta che prefigura un atto di
convenzione ai fini di una attiva collaborazione.
Associazione “Tecnici per Sulmona Città Sicura”


 PRIMA FASE DI LAVORO
Questa prima operazione consiste in una raccolta di dati e informazioni sugli interventi
strutturali eseguiti, o progettati, sugli edifici (ED) del centro storico. In questo modo sarà
possibile redigere una mappa dello stato di fatto che costituirà la base di partenza per le fasi
successive del lavoro che l’Associazione vuole perseguire.
Il tessuto storico della città, perimetrato dalle due cinte murarie, è stato suddiviso in aree di
intervento che coincidono con i primi “quartieri”. I sestieri e i borghi rappresentano, infatti,
quelle espansioni urbanistiche, ciascuna relativa ad un arco temporale ben definito, che
mostrano proprie caratteristiche identitarie relative alla tipologia edilizia, all’impianto
urbanistico, alla morfologia dell’area su cui sorgono, e, soprattutto, alle tecniche costruttive
nonché alle caratteristiche strutturali che più interessano per la valutazione della
vulnerabilità sismica. Gli elaborati allegati di seguito mostrano tali ragionamenti e
suddividono il centro storico in 9 aree di intervento riportate su una base catastale che
meglio può servire ai nostri intenti. In ogni perimetrazione sono stati ulteriormente individuati
degli aggregati edilizi sulla base di discontinuità di carattere edilizio ed urbanistico,
confrontate successivamente con le perimetrazioni catastali. Gli AE, così come definiti dalla
vigente normativa, saranno l’entità edilizia più importante con la quale confrontarsi sia in
fase conoscitiva che in fase operativa.
In questa prima parte del lavoro il contributo di ciascun tecnico consiste nel “condividere” i
propri archivi attraverso la compilazione di una scheda da riferirsi a ciascun edificio sul quale
ha eseguito, o lo farà a breve, interventi di carattere strutturale. La scheda, di cui sono
allegati degli esempi riferiti ad un aggregato tipo, si compone di una parte grafica e di una
identificativa:
Parte grafica: l’edificio oggetto di scheda appartiene ad un AE identificato da un numero. Il
tecnico che compila il modulo deve riportare lo stralcio catastale riferito al proprio aggregato
ridisegnando l’esatta posizione e ingombro dell’ED il quale può coincidere con una particella
catastale o condividerla con altri edifici, così come può ricadere su più di una.
Al fabbricato dovranno essere assegnati dei colori e dei retini, riportati in apposita legenda,
attraverso i quali saranno trasmesse determinate informazioni: è utile conoscere se gli
interventi sono relativi a progettazioni di adeguamento o miglioramento sismico (per i quali
si è in possesso di un indice di vulnerabilità sismica) o di rinforzo locale. Gli stessi interventi,
se eseguiti antecedentemente al 2008 (entrate in vigore delle vigenti NTC), avranno una
rappresentazione differente. Queste informazioni dovranno essere diversificate per colori.
La consistenza del retino, pieno o tratteggiato, vuole invece rappresentare la consistenza
delle informazioni che possono riferirsi all’intero edificio, primo caso, o ad una porzione di
esso, secondo caso.
L’ultimo livello di conoscenza che occorre fornire è rappresentato da due diversi simboli che
testimoniano la presenza di relazione geologica con relative indagini realizzate
rispettivamente prima o dopo il 2008.
Parte identificativa: è necessario che vengano compilati alcuni campi che identifichino
l’edificio come: l’area di intervento, il numero dell’aggregato edilizio, la sua classe d’uso
(ordinaria per classi d’uso 1 e 2, strategica per classe d’uso 3 e 4), il progettista, il tecnico
che compila il modulo (può essere differente dal progettista nel caso in cui questi non abbia
aderito all’associazione), l’indirizzo…
Nella sezione note possono essere riportate descrizioni relative agli interventi svolti o
informazioni di qualsiasi altro genere relative all’edificio oggetto di scheda come l’indice di
vulnerabilità sismica lì dove è stato calcolato. E’ importante che vengano suggerite
modifiche all’individuazione degli AE qualora vengano riscontrate incongruenze come ad
esempio l’appartenenza di uno stesso edificio a due aggregati differenti.
La scheda è realizzata in un file DXF nel quale è anche presente il catastale da usare come
riferimento al fine di lavorare tutti sulla stessa base. Qui è riportata anche la legenda relativa
agli interventi dalla quale è possibile copiare le proprietà grafiche da apportare al poligono
dell’edificio oggetto del modulo. E’ importante che i retini e, soprattutto, i colori siano uguali
a quelli individuati nella legenda per garantire una veloce gestione dei dati che saranno
comunicati da ciascun tecnico.
Una volta compilata la scheda bisognerà caricarne una copia in PDF sull’account Google
Drive nella cartella relativa all’aggregato a cui appartiene l’edificio. Una seconda copia in
DXF 2004 (formato passepartout per tutte le versioni di AutoCad) dovrà invece essere
caricata sempre su Google Drive ma nella cartella DXF.