SULMONA - "Erano le 17.40 di domenica 22 agosto quando la nostra Associazione chiamava il 115 per segnalare ai Vigili del Fuoco un incendio di piccole dimensioni sul Monte Morrone in corrispondenza della località Marane di Sulmona. Fu risposto che ne erano già a conoscenza. Solo alle 18.30 si udirono le prime sirene. L’incendio si era già propagato, complice il vento. La notte erano evidenti vaste zone estese verso sud e verso le cime che ardevano con fiamme altissime. Al mattino fumo e fiamme interessavano già tutto il versante sulmonese della montagna.
Come si è potuto sottovalutare la drammaticità della propagazione repentina e non provvedere a un intervento efficace, da parte della Regione, degli Enti locali, del Parco della Majella, degli stessi Vigili del Fuoco? Bisognava invocare subito l’intervento di uomini e mezzi efficaci in dotazione dello Stato e altre Regioni! E dire che già da due giorno il versante sud del Morrone, Monte Mileto di Pacentro, ardeva e l’incendio non era stato debellato! Ora la situazione è drammatica sia per focolai attivi in tutto il versante ovest e sud sia per i fumi altamente tossici.La Montagna Sacra per la presenza dell’eremo di Celestino V e del Tempio di Ercole Curino, la Montagna Incantata per le leggende di Fate e Streghe, è la stessa Montagna temuta a causa delle due Faglie che in tempi remoti avevano causato il terremoto disastroso che aveva distrutto il Tempio e la maggior parte degli edifici del territorio, e che negli ultimi anni è stata menzionata più volte dalla nostra Associazione e dal Comitato dei Cittadini per l’Ambiente proprio a causa della pericolosità del transito lungo le sue pendici del mega-gasdotto, e della costruzione della Centrale di Compressione e Spinta in località Case Pente, dove, a circa 15 Km di profondità, le due Faglie, unite in una unica secondo gli studi recenti, potrebbero causare un terremoto di Magnitudo 6,6-6,7.
Ora la Montagna Temuta è solo una Montagna Ferita.
Si apprezza il lavoro infaticabile di tutti coloro che hanno lottato e lottano per debellare l’incendio, ma nel contempo si chiede che emergano le responsabilità degli Enti che avrebbero dovuto provvedere a un Piano di prevenzione incendi, degli Enti che avrebbero dovuto chiedere con forza uomini e mezzi , degli Enti che, dopo un appello, non hanno provveduto a inviarli. Si chiede che, una volta emerse le responsabilità degli Enti, si individuino le responsabilità dei Dirigenti e si proceda perché la cosa non accada più".
Maria Clotilde Iavarone
Orsa Pro Natura Peligna
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