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venerdì 11 novembre 2016

A SCANNO SI È RIPETUTO IL RITO DELLE "GLORIE DI SAN MARTINO"

SCANNO - E' alla vigilia della festività, di San Martino, il dieci novembre, a Scanno si ripete ormai da tempo immemore un rito che mescola le tradizioni religiose a quelle pagane: le Glorie di San Martino.Tre grandi torri di legna, ceppi e foglie vengono innalzate al cielo sulle tre alture che circondano Scanno, La Plaia, Cardella e San Martino, e che danno origine a una vera e propria tripartizione degli abitanti del paese in base alle origini familiari e alla contrada o rione di appartenenza.

La leggenda narra che Martino di Tours, cavaliere di origini ungheresi, divenuto poi santo, in una giornata fredda e piovosa, attorno all'undici novembre, donò metà del proprio mantello a un mendicante affinché potesse riscaldarsi. Date le temperature rigide, anche Martino iniziò a patire il freddo, fino a quando il sole non apparve in cielo regalando un clima mite, insolito per la stagione: da qui nacque quella che oggi chiamiamo l'Estate di San Martino.
Tutti si riversano sulle tre colline trascorrendo, da mattina a sera, una giornata in cui la spensieratezza e la giovialità riscaldano l'atmosfera fino all'arrivo del momento decisivo: l'accensione del fuoco. Un andirivieni festoso, scandito da canti, grida e schiamazzi mentre la brace arde scoppiettante per cuocere la carne e l'allegria del vino novello travolge tutti i partecipanti.


Quella delle Glorie sembra essere un'arte del tutto maschile, in cui gli uomini impiegano circa tre mesi per tagliare e trasportare tronchi e frasche, e per costruire le torri che raggiungono anche i venti metri di altezza. "Qui a La Plaia il capitano della Glorie è Pecchia" spiega Marco, accompagnato dalla piccola figlia Martina, per la prima volta alla festa. "E' lui che dirige tutti i lavori" afferma il papà indicando un uomo con gli occhi verdi e la barba, che incessantemente continua a preparare piccoli tronchi per i giovani che, arrampicati in cima, attendono gli ordini per poterli tirare su con le funi. "Quest'anno vinciamo noi!" spiega il barbuto signore, "Abbiamo la legna migliore, quella delle nostre querce, ed è perfettamente asciutta quindi brucerà di più ".