SULMONA - Dalla capitale inglese a Sulmona pedalando per circa 2274 km in 17 giorni.Questa l'impresa compiuta dal sulmonese Emanuele Amato, 33 anni, che è partito dall'inghilterra il 28 agosto scorso arrivando oggi 13 settembre a Sulmona,
percorrendo circa 133 km al giorno.Chef presso Miller and Carter Wheathampstead-The Bull, Emanuele ha studiato presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" e attulmente vive a Wheathampstead.
Un lungo viaggio in bici per rivedere i suoi genitori che lo hanno attesso nella frazione Marane.Erano in tanti questo pomeriggio ad applaudirlo al suo arrivo a casa, complimentandosi per l'impresa.
Prima un giro nel centro cittadino e poi l’accoglienza nella sua abitazione nella frazione Marane. Ad attenderlo parenti ed amici accorsi numerosi per abbracciare il loro eroe. Emanuele ha raccontato la sua stupenda avventura. Come mai ha deciso di affrontare un viaggio così lungo? “Perché sono pazzo – risponde – e tutti lo sanno. Per questa ragione nessuno mi ha seguito. L’idea è nata per la passione per la bici e per la grande voglia di viaggiare. Alle spalle c’è una notevole preparazione ma sono riuscito nell’impresa grazie alla forza mentale, maggiore di quella fisica. Ho pernottato maggiormente in tenda anche se quando sono arrivato a Bruxelles ero stanco morto e, non avendo un campeggio a disposizione nelle vicinanze, sono andato in un albergo dove ho conosciuto tante persone fantastiche che mi hanno incoraggiato moralmente. Quando entravo nei villaggi e nelle città con la bici piena di borse mi domandavano sempre da dove venivo e dove volevo arrivare ed era un modo per dialogare con la gente. Il contatto con gli amici avveniva attraverso facebook perché ogni giorno mettevo una foto che otteneva sempre tanti Mi Piace, a dimostrazione dell’affetto che ho sempre avuto”. Il rapporto con la gente e la scoperta di luoghi affascinanti fanno parte dei bei ricordi che hanno caratterizzato il viaggio in bicicletta di diciassette giorni di cui uno soltanto con la pioggia. “Il ricordo più bello – prosegue – è stata la prima pedalata perché sono partito senza sapere i chilometri da percorrere e le città da attraversare. L’esperienza più brutta è stata invece quella di costeggiare il fiume Reno in una strada piatta lunga 80 km. E’ stato molto noioso e faticoso”. Emanuele Amato racconta di avere ancora tanta energia che lo avrebbe portato a fare anche più chilometri: “Mi sento ancora un po’ di forza che, se non ci fosse stato l’impegno di rientrare a casa, avrei potuto sfruttare per scendere giù in Sicilia dove in questi giorni si sposa una persona che considero come un fratello”.Emanuele si sente pronto per un nuovo viaggio? “Me lo auguro – conclude – se l’anno prossimo riuscirò ad avere di nuovo un lungo periodo di ferie. Vi farò sapere”.
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