SULMONA - Presso il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati sono stati presentati questa mattina lo Sportello del Cittadino e il Comitato Pari Opportunità.Le due nuove iniziative sono state illustrate dagli avvocati dell'ordine forense di Sulmona.Tra gli altri erano presenti Pierpaolo Cirilli, Maria Pia Lamberti e Maria Domenica Tornifoglia.L'obiettivo non è quello di fornire un servizio di consulenza legale, ma informazioni sulle modalità di accesso all'esercizio legale.Una sorta di interfaccia tra la giustizia e il cittadino. Lo sportello è gratuito è sarà operativo il lunedi' e il venerdi' dalle ore 9,00 alle ore 13,00, presso il consiglio dell'ordine degli avvocati nel tribunale di Sulmona.Inoltre è stato presentato anche in neo Comitato sulle Pari Opportunità
che tra gli obiettivi ha quello di tutelare gli avvocati donne, poichè è stato detto "anche le donne reclamano a gran voce di essere avvocato a 360 gradi"Il comitato ha come principale scopo quello di recepire le linee programmatiche locali e trovare delle soluzioni.
La nuova Legge Professionale (247/2012) all’art. 30 ha previsto l’istituzione presso ogni Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di uno Sportello per il Cittadino per fornire un servizio gratuito di informazione e di orientamento dei cittadini sulle prestazioni professionali e sul funzionamento della giustizia.Il 19.04.2013 Il CNF (consiglio Nazionale Forense), in attuazione dell’art. 30 della Legge Professionale ha approvato il Regolamento n. 2 del 2013 che stabilisce i tempi e le modalità di accesso allo Sportello.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona ha istituito lo Sportello per il Cittadino anche presso l’Ordine Forense del Tribunale di Sulmona. L’attività di detto Sportello – in conformità a quanto prescritto dalla Legge Professionale e dal Regolamento del CNF – sarà operativo il lunedì ed il mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 a partire dal 13.07 p.v..
Lo scopo è quello di fornire informazioni stragiudiziali e procedimentali di base nelle seguenti materie: civile e fallimentare, penale, amministrativo e tributario, lavoro.
Per quanto concerne la fruizione delle prestazioni professionali degli Avvocati il servizio avrà ad oggetto l’informazione e l’orientamento:
⦁ sulle modalità di svolgimento delle prestazioni professionali e sulla loro utilità anche nella prospettiva della prevenzione del contenzioso;
⦁ sulle formalità necessarie ai fini del conferimento dell’incarico;
⦁ circa i diritti e gli obblighi derivanti dal conferimento dell’incarico;
⦁ sulla possibilità di rivolgersi al Consiglio dell’Ordine qualora vi sia mancanza di accordo sul compenso con il proprio difensore al fine di raggiungere una conciliazione;
Per quanto concerne l’accesso alla giustizia, il servizio avrà ad oggetto l’informazione e l’orientamento:
⦁ circa gli strumenti di tutela giudiziaria previsti dall’ordinamento;
⦁ circa i tempi di massima di un giudizio ed i parametri di legge, nonché gli oneri tributari e le possibili conseguenze della soccombenza;
⦁ in materia di difese d’ufficio e dei requisiti per accedere al patrocinio a spese dello Stato;
⦁ sulle procedure di risoluzione alternativa delle controversie esperibili, anche tramite camere arbitrali, di conciliazione eventualmente costituite presso il Consiglio dell’Ordine;
⦁ circa i possibili vantaggi in termini di tempi e di costi dall’esperimento di dette procedure.
Potranno accedere allo Sportello i cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari (purchè abbia conoscenza della lingua italiana), nonché le persone giuridiche.
La richiesta di informazioni dovrà essere presentata presso la Segreteria del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che comunicherà – nell’impossibilità di fornire informazioni nell’immediatezza – la data per l’incontro secondo il calendario predisposto dal Consiglio.
COMITATO PER LE PARI OPPORTUNITA’
DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SULMONA
"Il Comitato per le Pari Opportunità, è stato recentemente istituito presso l’Ordine degli Avvocati di Sulmona in applicazione della Legge n. 247/2012.In primo luogo, preme ricordare come il Consiglio Nazionale Forense ha inviato agli Ordini il Regolamento per l’Istituzione dei nuovi organismi per la promozione della parità di genere nella professione, sulla base del quale i rispettivi Consigli dell’Ordine, nella loro competenza esclusiva, potranno ispirarsi per redigere i propri regolamenti istitutivi.
Il nuovo ordinamento professionale forense è la prima legge professionale che ha introdotto il principio della rappresentanza e della parità di genere, considerato un valore che si tinge sempre più di rosa.
Vi cito, brevemente, alcuni dati statistici per capire la configurazione della situazione attuale.
Terreno tradizionalmente maschile, l'avvocatura ha subito una significativa femminilizzazione negli ultimi venti anni. Fino agli anni '80 le avvocate erano presenti in numero molto ridotto ed in forma sporadica negli ordini di periferia; dall'anno 1981 la loro presenza ha subito un netto e progressivo aumento. Dal 6,6, % del 1981, si passa al 10% del 1989, al 22,1% del 1993. Raggiungono il 33,4% nel 2000 per diventare, a fine 2007, il 38,7% dell'intera avvocatura, il 46% secondo i dati degli iscritti alla Cassa Forense.
Dallo studio sulle donne avvocato del 2007 emergono le motivazioni alla scelta della professione forense: passione, oltre al desiderio di indipendenza, autonomia e realizzazione di sé. Le avvocate manifestano, rispetto ai colleghi uomini, una spiccata propensione all'organizzazione ed alla standardizzazione dei processi, tendono a valorizzare la squadra ed il lavoro di gruppo. Il consistente numero di donne presenti nella professione forense non corrisponde ad altrettanti titolari di studio. Solo il 60% delle avvocate iscritte agli Albi è titolare di uno studio proprio o partecipa in associazione con altri. Se a livello nazionale 7 donne risultano essere presidenti dell'Ordine, a livello più strettamente regionale i presidenti sono tutti uomini, e nei consigli sono presenti in numero di 3-4 su 15 consiglieri in totale. Unica eccezione Reggio Emilia con 7 donne su 15 consiglieri.
Una donna impegnata nella professione forense dichiara un reddito Irpef inferiore del 58,6% (a livello italiano, del 57,88% a livello regionale) rispetto ad un collega uomo: una sproporzione difficilmente giustificabile come determinata esclusivamente dalle scelte personali delle donne.
Tale gap retributivo di genere rappresenta una discriminazione di cui non solo le donne debbono preoccuparsi. Infatti a causa dell'esistenza di tali rilevanti differenze tra la capacità reddituale tra i due sessi, i contributi versati da queste nuove generazioni calcolati su redditi in media più bassi, potranno non essere sufficienti a coprire il finanziamento delle pensioni più alte, perché calcolate su redditi dichiarate nel passato e riferiti in gran parte ad uomini.
Le donne si specializzano principalmente in diritto di famiglia e minori. In una ricerca del C.N.R. sui difensori minorili del 2003 emergeva che gli avvocati penalisti che scelgono di svolgere questa attività sono pochi, ma la percentuale delle donne è sicuramente maggiore (6,8 % uomini, 10,2% donne).
Inoltre mentre gli avvocati di sesso maschile si preoccupano in maniera minore di acquisire conoscenze sui clienti minorenni, le donne risultano molto più attente alla formazione specialistica e alle problematiche di tipo psicologico, sulle quali si documentano con la partecipazione a convegni e letture.
Si tratta della “discriminazione orizzontale” ovvero i ricercatori della Leicester University, Daniel Muzio e Sharon Bolton, hanno dimostrato come sulla professione legale del Regno Unito si creano delle “specializzazioni di genere”, che non rispecchiano attitudini personali ma il pregiudizio secondo cui la donna, più portata per le relazioni e l'affettività, deve occuparsi di settori “consoni”quali il diritto di famiglia, la tutela dei minori. Non il diritto societario o le relazioni industriali più redditizie e anche quasi esclusivamente ancora maschili.
Il tema della maternità anche nelle professioni forensi, rappresenta il tema intorno al quale le professioniste formulano da tempo una richiesta di intervento. Infatti se il periodo di maternità riduce la capacità di produrre reddito per gli anni fiscali interessati dalla maternità il reddito della professionista non dovrebbe essere soggetto agli studi di settore.
Come afferma l'economista Luisa Rosti esaminando gli esiti della competizione accademica e professionale di maschi e femmine, sia nelle lauree c.d. “da maschio” (gruppo ingegneristico, medico, agrario, architettura, economico-statistico, scientifico, nelle quali il differenziale tra uomini e donne è inferiore al 50%) sia in quelle c.d. “da femmina” (gruppo chimico-farmaceutico, giuridico, politico-sociale, geo-biologia, letterario, linguistico, dell'insegnamento in cui supera il 50%) i differenziali risultano essere una costante a prescindere dai voti di laurea, dall'essersi laureate/i in corso o fuori corso, lavorando saltuariamente, continuativamente o meno.
Se appare essere interesse della società che gli individui dotati di intelligenza siano abbinati a posizioni apicali, la disaggregazione dei dati ISTAT relativi all'inserimento di laureate/i nel mercato del lavoro mette in dubbio questa affermazione.
Il costo dell'impegno per le donne è maggiore a causa del ruolo di cura, ma allo stesso tempo la società a prescindere dall'impegno manifestato dalle donne (e dalle capacità organizzative manifestate dalle più giovani) manifesta un atteggiamento stereotipato di scarsa accoglienza. La società sopporta un costo in conseguenza alla scarsa presenza femminile nelle posizioni apicali, costo dovuto al sottoutilizzo della potenziale intelligenza di cui potrebbe disporre.
Tra le misure del nuovo statuto sull’Avvocatura, Legge n. 274/2012 all’art. 25, prevede, come già avanti detto, presso ogni Consiglio Forense la costituzione di un Comitato Pari Opportunità su base elettiva.
La Commissione pari opportunità è stata nominata presso il nostro Consiglio dell’Ordine con seduta del Maggio 2015, con i seguenti membri: Presidente: Avv. Maria Pia Lamberti, Segretario: Avv. Valentina Di Benedetto, Consiglieri: Avv.ti Anna Pia Fiocca, Antonello Settevendemie e Avv. Samanta le Donne, Consigliere del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona.
Veniamo ora ad esaminare i compiti assegnati a tale Organismo.
I Comitati avranno il compito di promuovere la parità nell’accesso, formazione e qualificazione professionale e lavorare per prevenire e rimuovere comportamenti discriminatori legati al genere o ad altre ragioni tra gli iscritti agli albi forensi.
Lo schema di regolamento, oltre ad indicare orientativamente la disciplina per la composizione, elezione, durata ed incompatibilità, propone anche una serie di compiti che il Comitato può svolgere:
⦁ Attività di ricerca, analisi e monitoraggio della situazione degli avvocati e dei praticanti operanti in condizioni soggettive od oggettive di disparità nell’ambito istituzionale di pertinenza dell’ordine degli avvocati;
⦁ Diffusione di informazioni sulle iniziative intraprese;
⦁ Elaborazione di proposte per creare e favorire effettive condizioni di pari opportunità per tutti anche nell’accesso e nella crescita dell’attività professionale;
⦁ Proposte al Consiglio dell’ordine iniziative previste dalle leggi vigenti,
⦁ Elaborazione e proposta di codici di comportamento diretti a specificare regole di condotta conformi al principio di parità e ad individuare manifestazioni di discriminazione anche indirette;
⦁ Promozione di iniziative e confronti tra gli avvocati ed i praticanti e gli operatori del diritto sulle pari opportunità;
⦁ Promozione di moduli di formazione professionale per diffondere e valorizzare le differenze di genere ed il diritto antidiscriminatorio;
⦁ Individuazione di forme di sostegno ed iniziative volte a promuovere la crescita professionale degli avvocati e dei praticanti operanti in situazioni soggettive ed oggettive di disparità e la loro rappresentanza negli organi istituzionali ed associativi anche tramite l’attuazione delle leggi e dei regolamenti che disciplinano l’ordinamento professionale.
Il Comitato può, anche istituire, con propria delibera, uno “sportello” volto a fornire, gratuitamente, agli iscritti agli Albi e al registro dei Praticanti informazioni ed orientamenti in materia di pari opportunità e tutela antidiscriminatoria.
In tale ottica si sta muovendo il Comitato Pari Opportunità di Sulmona.
Il Comitato avrà inoltre cura di compiere direttamente, anche attraverso pareri consultivi espressi dal consiglio dell’ordine e/o alle sue commissioni, ogni attività utile a favorire e diffondere la cultura della parità e dell’uguaglianza anche rappresentativa in attuazione dei principi di cui alla citata legge n. 247/2012, a valorizzare differenze prevenire e contrastare comportamenti discriminatori.
A tal proposito per la realizzazione degli scopi prefissati il comitato collabora con gli altri comitati PO di Ordini Interregionali e sovranazionali, anche partecipando a Reti già costituite e/o costituendone di nuove, nel rispetto dell’autonomia e delle competenze istituzionali dei singoli comitati ed interloquisce con i Comitati degli altri Ordini Professionali, Enti locali, di università, le Consigliere di parità e con tutti gli organismi pubblici e privati di parità.
Un organismo che si fonda, nei sui obiettivi e linee guida da porre in essere, su consolidati riferimenti normativi:
Concludendo, la Commissione per le pari Opportunità, facendo tesoro e condividendo gli obiettivi e le finalità poste alla base della suaa costituzione contribuisce a diffondere la cultura di parità ed individuare , realizzandole azioni positive per:
⦁ Promuovere la rappresentanza femminile negli organi istituzionali ed associativi;
⦁ Diffondere le buone prassi locali portandole a sistema,
⦁ Organizzare e finalizzare programmi di formazione mirati alle problematiche dell’avvocatura femminile;
⦁ Verificare l’impatto di genere nella formazione ordina mentale, fiscale e previdenziale di riferimento;
⦁ Monitorare e rilevare periodicamente la condizione femminile nell’avvocatura e le problematiche di pari opportunità connesse (accesso,organizzazione, conciliazione tempi…)
In definitiva, al fine di promuovere tutte le forme di discriminazione che di fatto ostacolano la piena attuazione del principio di parità garantito dalla normativa costituzionale, il Comitato Pari Opportunità si propone di raggiungere gli ulteriori seguenti obiettivi affinchè:
⦁ sia promossa e favorita a tutti i livelli la rappresentanza femminile negli organi istituzionali ed associativi.
⦁ siano favorite e diffuse buone prassi per incrementare programmi di formazione finalizzati a potenziare le capacità economico-gestionali delle donne avvocato per consentire l’accesso delle stesse in settori professionali cha appaiono oggi preclusi.
In particolare ci si propone di:
⦁ promuovere la rilevazione delle problematiche di pari opportunità nell’ambito dello svolgimento della professione forense;
⦁ proporre azioni positive tese a favorire le pari opportunità nell’accesso e nello svolgimento dell’attività professionale forense;
⦁ monitorare i dati percentuali relativi alla presenza femminile iscritta all’Albo e al registro dei Praticanti , nei Consigli degli Ordini e nelle associazioni più rappresentative dell’Avvocatura italiana;
⦁ acquisire dati ed informazioni sulle donne avvocato titolari di studio, su quelle inserite all’interno di studi professionali, nonché sulle relative responsabilità;
⦁ segnalare le difficoltà incontrate alla luce anche delle donne Avvocato nel momento della maternità alla luce delle sentenze dei Tribunali, Corti d’Appello e della Corte di Cassazione;
⦁ sviluppare una moderna politica della conciliazione famiglia-lavoro;
⦁ favorire una più equa partecipazione femminile nelle cariche ed organismi direttivi nazionali e locali;
⦁ incrementare programmi di formazione per i praticanti avvocato e per gli avvocati nelle varie specializzazioni con corsi di formazione".
Il tutto nell’ottica dell’auspicata missione che possiamo ben definire con lo slogan dell’ “avvocatura alla prova delle pari opportunità”.
Avv. Maria Pia Lamberti