Il Santo Padre, venendo in elicottero, sorvolando il Monte Morrone, l’eremo di S. Onofrio, e la città di Sulmona, dall’alto, benediceva la folla festante che lo attendeva. I desideri e le attese, d’improvviso, nello stupore e nella incredulità, si materializzavano nel gesto di saluto del Papa, in quell’uomo vestito di bianco, nel suo volto mite, sereno, sempre sorridente, nella mano alzata per benedire tutti. Dall’accoglienza agli Impianti sportivi Serafini, al cammino in papamobile lungo Viale Mazzini e Corso Ovidio,
alla Piazza Garibaldi, al Centro Pastorale Diocesano, lungo Viale Roosevelt e Matteotti, in Cattedrale e allo stadio Pallozzi. Un continuo esplodere di gioia, visibile nei volti commossi, nelle mani tese per salutare e per applaudire, negli occhi inumiditi dalle lacrime.Non sono mancate le polemiche, ma il bilancio di un evento simile non si fa solo con i numeri. E’ infatti venuto a Sulmona un grande uomo, colui che qualche anno dopo maturò la grande scelta di lasciare il pontificato. Papa Ratzingher, sarà cosi ricordato come il successore di Pietro che con il suo gesto di grande valore profetico ha fatto capire che il papato non è una carica di potere e , in quanto tale, si può rimettere alla Chiesa.