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Dalle fisiologiche 10 assenze medie pro die del 2010, quando in carcere ne erano in 310 i poliziotti penitenziari presenti, si è passati a più di 35 assenze medie giornaliere e con un organico assottigliatosi a sole 246 unità.
Vorremmo tanto fare una disamina dei problemi che hanno portato proprio oggi al massimo storico di 50 assenze per malattie ma non sapremmo proprio da dove cominciare.
Tempo fa nell'ultimo sit in di protesta avevamo coniato lo slogan “ vogliamo lavorare per vivere e non morire per lavorare” spiegando, a chi di competenza, non ultimo il Senatore Legnini ( praticamente latitante da quel giorno), le motivazioni legate alle innumerevoli drammaticità caratterizzanti l'istituto carcerario di Via Lamaccio non ultima la gravissima carenza di personale di gran lunga la principale motivazione dei disagi prodotti. Il tutto con il solo risultato, però, di aver visto sempre di più peggiorare la situazione.
Non farcela più a resistere, per non dire sopravvivere, alle condizioni lavorative disumane dopo anni di continuo logorìo , ha portato come logica conseguenza l'allontanamento, nel peggiore dei modi, del personale dalla fonte di stress che ne sta pesantemente condizionando l'aspetto psicofisico. Sarebbe un po' come se lo stesso personale stesse seguendo alla lettera l'invito : il male se lo conosci lo eviti!!!!
Il fallimento della classe politica innanzitutto, capace di produrre solo ed esclusivamente tagli, tagli ed ancora tagli, unito ad una classe dirigenziale regionale e nazionale che troppe volte ha fatto orecchie da mercante ai problemi del tutto vanamente e tante, troppe volte, denunciati dalle OO.SS. di categoria ha fatto traboccare un vaso che per fin troppo tempo, e solo per lo spirito di sacrificio del personale, è rimasto al culmine della sua capacità.
La Uil penitenziari provinciale, considerata l'incapacità dimostrata da chi avrebbe ma non ha fatto nulla per risolvere l'annosa e delicata questione, non ascoltando il grido di aiuto dell'ormai disarmato personale di tutte le aree oltre a quella inerente la sicurezza, chiede determinazioni nei confronti di chi si è reso autore di questo scempio allontanando, prima che sia troppo tardi, quelle persone incapaci che hanno trasformato il sistema carcerario di Sulmona, una volta estremamente efficiente, e tra l'altro molto ben giudicato dall'allora ministro della Giustizia Castelli, in un autentico colabrodo.
La Uil penitenziari L'aquila chiede che venga posta la parola fine allo strazio al quale sta soccombendo il personale di polizia penitenziaria, sanitario e trattamentale, orami lessato e collassato.
Proclama sin da subito lo stato di agitazione di tutto il personale ed invita, per la progettazione di eclatanti manifestazioni di protesta, le restanti OO.SS. e tutto il personale ad intervenire all'assemblea che si terrà entro i primi giorni di settembre.
Si spera che la bomba ad orologeria che i “sordi” incompetenti hanno innescato si è in tempo a non farla esplodere!!!!! Il sindacato questo deve fare ma senza la volontà di chi ci “comanda” sarà dura, molto dura riuscire nell'intento".
Il segretario Provinciale e Vice Segretario Regionale
Mauro Nardella