Ora superati i momenti di più forte e comprensibile apprensione ci pare utile ed opportuno fare alcune precisazioni.INQUINAMENTO: Innanzitutto non è vero, come invece hanno fermato alcuni organi di informazione che ci siamo state emissioni di diossina, infatti come ci siamo preoccupati di precisare immediatamente dopo l'incendio con un fax urgente al sindaco di Pratola e di Sulmona, le materie prime che compongono il pneumatico non sono idonee a generare diossina.Anche l'allarmismo eccessivo che si continua a fare circa il possibile inquinamento, ancora tutto da dimostrare, è purtroppo frutto della stessa logica denigratoria. Così come non vi era diossina si può ragionevolmente ritenere, che, per via la composizione tipica del materiale andato a fuoco e per le condizioni meteo presenti durante l'incendio e nei giorni successivi , non ci saranno ricadute ambientali significative.L'allarmismo che si continua a fare, senza disporre di alcun dato certo, è quantomeno sospetto.Viene da chiedersi chi ha interesse a diffondere dati non veri.
INCENDIO:L'incendio non si è generato per responsabilità dell'azienda o del personale addetto. Infatti la produzione era ferma da alcuni giorni per mancanza di elettricità e pertanto non è dovuto ad una supposta pericolosità del processo produttivo.Anzi quando gli impianti sono in marcia l'azienda è presidiata 24 ore al giorno, costituendo questo un importante fattore di sicurezza.L'incendio delle 17 luglio si è verificato intorno alle 18,30 in un momento in cui non vi era personale ed è dovuto ad un atto doloso.L' incendio del 22 luglio si è verificato intorno alle ore 14. Potrebbe essere di natura dolosa ma non si può escludere che sia originato come conseguenza del primo.Infatti in quel momento spirava un fortissimo vento che potrebbe avere riattizzato eventuali residui del primo incendio, non completamente estinti.L'estensione e la durata del secondo incendio sono stati maggiori sia per il forte vento che soffiava sia perché contrariamente alla prima volta, inspiegabilmente non vi era acqua nell'impianto antincendio.Tutto il personale dell'azienda ha collaborato attivamente allo spegnimento del primo come del secondo incendio. Dopo il primo incendio il personale ha presidiato l'azienda 24 ore al giorno, cosa che non è stato possibile fare dopo il secondo incendio, in quanto il personale stremato dal lavoro svolto e dai fumi respirati, non era in grado.La nostra azienda è ,rispetto a tale vicenda, parte lesa. Lo è stata prima dell'incendio, quando ha fatto da parafulmine alle responsabilità ed ipocrisie di diversi soggetti che avevano tutto l'interesse a che la società continuasse la gestione delle attività al fine di presidiare e smaltire lo stoccaggio di oltre 6000 tonnellate di pneumatici fuori uso (quella sì che è una bomba ecologica!)Lo è ora dopo l'incendio, allorquando si cerca di additarla dinanzi alla pubblica opinione quale responsabile di un atto doloso, che la vede vittima incolpevole, per il quale nemmeno era assicurata.La società si trova ora a dover affrontare una serie di danni dovuti al fermo attività, perdita di contratti, ricadute negative in termini di credibilità e di immagine, nonché tutte le conseguenze connesse all'evento.
Quanto affermiamo è tutto documentato in quanto tutti i dati relativi ai materiali in ingresso in uscita, in stoccaggio, sono riscontrabili dai registri vidimati, la cui tenuta è obbligatoria per legge e con cadenza trimestrale vengono inviati ad ARTA e Provincia.C'è da chiedersi cosa sarebbe stato dello stoccaggio della ex ADRIA se nel 2008 gli ex dipendenti non avessero dato inizio ad una nuova attività. In questi anni l'azienda, nonostante il difficile momento di crisi, ha fatto progetti di ricerca in partenariati europei, ha continuato ad innovare ed ha messo a punto nuovi prodotti applicazioni, creando le premesse per il suo futuro sviluppo e maggiori opportunità per chi ci lavora, diventando un soggetto unico nel suo genere, forse appetibile ad un certo tipo di interessi o scomodo a certe logiche. A questo punto c'è da chiedersi a chi può giovare l'incendio e le polemiche, che vengono insistentemente alimentate da pettegolezzi infondati che stanno mettendo a rischio non solo 15 posti di lavoro, ma anche la stessa sicurezza dell'area. Proprio perché al nostro è nostro interesse fare piena luce su tutta la vicenda ed arrivare a capo della responsabilità di ciascuno, in data odierna abbiamo depositato presso la Procura della Repubblica, in qualità di parte offesa, una memoria con cui chiediamo di approfondire diversi temi di indagine: quali la proprietà del materiale in stoccaggio attinto dall'incendio, l' di acqua nell'impianto antincendio gestito dal consorzio per il Nucleo Inustriale, la messa in sicurezza del piazzale dopo il primo episodio di minore entità verificatosi il 17 luglio; rappresentando l'esigenza di sottoporre a sequestro la zona del piazzale interessata dagli incendi, prima che la stessa subisca modifiche irreversibili.Concludiamo ringraziando i Vigili del Fuoco e quanti coloro hanno attivamente collaborato allo spegnimento dell'incendio.Cogliamo inoltre l'occasione per esprimere la nostra gratitudine a tutti coloro, veramente tanti, che ci hanno espresso solidarietà e vicinanza".
AD.RI.A. Abruzzo s.r.l.