Uso le virgolette perché il PD resta il mio Partito a livello nazionale nella stessa misura in cui non
può più esserlo in sede locale, in quanto il circolo di Sulmona non è più un luogo democratico ma una stanza a disposizione di una oligarchia che incorona e scomunica con una facilità sempre meno comprensibile in termini logici. Nel dicembre 2012 mi è stato richiesto di candidarmi alle Primarie cittadine anche se non era una prospettiva su cui avevo lavorato. Nel corso dei mesi seguenti ho collaborato fattivamente a tutte le manifestazioni elettorali del Partito ed inoltre ho redatto il programma elettorale della coalizione, il programma di mandato dell’Amministrazione neoletta ed il programma per il nuovo Segretario del Circolo cittadino. Ed ecco che, quando il Sindaco mi nomina come assessore “tecnico”, i tre consiglieri PD minacciano di “uscire dalla maggioranza” accusando
accusando lui e noi di nefandezze, salvo poi, ottenuto lo scalpo dei reprobi, tornare a lesinare entusiasmo e fiducia al “nuovo De Gasperi”.
Non sono certo la “tigre” che un giornale ha descritto ma neppure una tigre di carta e comunque non mi faccio domare. Con questo tipo di politica ho chiuso ma non con questa città, per la quale voglio impegnarmi a costruire una alternativa e non a fungere da stampella culturale e strategica per metodi irresponsabili che non condivido e che devono invece essere combattuti, ancor più in considerazione della difficile situazione che la città vive".
“Chi non ha paura muore una volta sola” mentre Sulmona rischia in questo modo di essere condannata ad una lenta agonia.
Raffaele Giannantonio