
SULMONA - Si è svolto nei giorni scorsi presso la sede del Parco Nazionale della Majella nell'Abbazia di S.Spirito al Morrone
un convegno sulla figura di Celestino V a settecento anni dalla canonizzazione.L'iniziativa è parte integrante del progetto "Cultura e Natura. L'eremitismo nella natura selvaggia del Parco della Majella", classificatosi al primo posto nell'ambito del bando della Fondazione Telecom dal titolo "I Parchi e le aree Marine protette, un patrimonio unico dell'Italia" con un finanziamento di 600 mila euro.
Oltre al presidente del Parco Franco Iezzi, hanno partecipato Teodoro Andrisano dirigente del Parco, il Vescovo di Sulmona Valva S.E. Mons.Angelo Spina, Don Faustino Avigliano dell'Abbazia di Montecassino e lo studioso Luigi Pellegrini."Celestino V si colloca in un periodo storico particolare, non dimentichiamo che è il secolo decimo terzo, quel secolo che ha visto nascere e svilupparsi enormemente l'ordine nato

dall'ispirazione di San Francesco d'Assisi e dei Frati Minori"ha spiegato Pellegrini" Tra l'altro Celestino quinto da papà ebbe modo di incontrare un gruppetto di frati minori che volevano ritornare alla purezza dell'Osservanza della Regola francescana"ha aggiunto."Che Celestino quinto abbia conosciuto prima i frati minori o li abbiamo conosciuti soltanto allora, non ha una grande importanza. Comunque è sicuramente un secolo particolarmente travagliato anche dal punto di vista politico"ha continuato Pellegrini."Non dimentichiamo che è il secolo in cui nel regno dell'Italia meridionale c'era la contesa tra gli Angioini e gli Aragonesi, in cui venne coinvolto Celestino da Papa, perchè avevano patteggiato una pace che doveva essere confermata dal Papa quindi da qui probabilmente la fretta anche di Carlo II d'Angio di far chiudere quel benedetto conclave durato quasi due anni e di spingere forse, perchè è solo un'ipotesi, nella direzione dell eremita del Morrone"."Questa montagna sacra della Maiella e arricchita da questa prestigiosa testimonianza degli eremi celestiniani e abbiamo ritenuto che dovesse essere fortificata con un evento che potesse attrarre turismo della nostra area" ha spiegato Franco Iezzi."Per cui abbiamo partecipato a un bando della Fondazione Telecom che ci ha finanziato questo progetto e in esso svolgeremo una serie di iniziative. Rivitalizzeremo tutti percorsi dello spirito, toccheremo una parte degli eremi.Faremo una mostra itinerante.Creeremo delle applicazioni software in maniera che attraverso I telefonini si possa conoscere questi eremi e poi stiamo svolgendo una serie di sensibilizzazioni in ambito locale attraverso le diocesi proprio per comunicare questo messaggio"ha concluso Iezzi.
