Le fotografie, le lettere, i passaporti e gli altri documenti, reperiti durante la ricerca, sono stati raccolti in una grande mostra allestita nel palazzo dell’Annunziata a Sulmona.Successivamente, docenti e studenti hanno esaminato il fenomeno dell’emigrazione, attraverso la testimonianza diretta di chi ha vissuto questa
esperienza, ricostruendo le storie di vita grazie a numerose interviste rivolte agli emigrati rientrati, temporaneamente o stabilmente, nei paesi di origine. Per approfondire la ricerca, il gruppo di lavoro ha voluto conoscere da vicino le tappe e i luoghi dell’emigrazione, organizzando un viaggio di istruzione in America sulle orme di chi, tanti anni fa, ha lasciato la Valle Peligna per cercare fortuna. Il 16 marzo 2011 gli alunni di una classe quinta, accompagnati dai docenti, sono partiti con destinazione New York.La visita di Ellis Island ha consentito la conoscenza dettagliata di tutte le procedure di accoglienza e di selezione dei nostri migranti. Nel museo dell’emigrazione, oltre alle foto dell’epoca, è stato possibile osservare numerosi reperti, esposti a testimonianza di un passaggio difficile e spesso doloroso. L’incontro con la comunità abruzzese di Boston ha permesso ai ragazzi di effettuare nuove interviste e di analizzare meglio il fenomeno migratorio. I nostri corregionali, con una calorosa accoglienza e con la loro generosa ospitalità, hanno messo in evidenza i frutti dell’operoso ed incessante lavoro compiuto nel Nuovo Mondo ma anche la nostalgia verso il proprio Paese, destinato a rimanere nei cuori per sempre.
" Le nostre menti erano attraversate da un dubbio atroce, essere ammessi in America oppure essere rispediti indietro perchè indesiderati, il che significava una vita distrutta dal momento che molti di noi erano venuti grazie a un prestito di denaro "
"La ricerca sull'emigrazione ho preso in esame proprio i dati relativi al movimento migratorio verso le Americhe e i materiali biografici raccolti attraverso le storie di vita con l'uso del registratore" ha spiegato la professoressa Anna Lucia Cardinali." Questo materiale è servito da una parte a dare il fondamento per quella che poi è stata l'elaborazione dei dati attraverso la statistica e allo stesso tempo è servito proprio a trasformare una relazione umana tra l'intervistatore e l'intervistato in un rapporto amicale.Noi abbiamo riportato l'espressione dei nostri intervistati anche con l'uso della lingua dialettale e da un'analisi abbiamo individuato le tre caratteristiche che vengono fuori, il lessico dialettale, le storpiature e uso di parole straniere"ha aggiunto la Cardinali."Il problema dell'emigrato che si trova in una terra straniera è proprio quello della lingua e quindi la deve modificare attraverso quella che conosce"ha precisato la professoressa."La base dell'emigrazione è la disoccupazione e le difficoltà che si incontrano per un lavoro agricolo e artigianale che non trovava sbocchi, per cui la scelta di partire non era una scelta individuale ma diventava una soluzione tradizionale, un modo di risolvere collettivamente problemi e si realizzava con modalità omogenee.Infatti erano gruppi parentali che si muovevano e partivano.Questo sta spiegare la ragione perchè in certe aree geografiche si concentrano delle comunità in zone particolari.Per esempio comunità sulmonesi si trovano a Boston e Philadelphia.A Toronto era alta la presenza di Pratolani e a Detroit di pacentrani. L'emigrazione era facilitata dalle agenzie e noi grazie all'agenzia Celidonio del nostro territorio, abbiamo potuto iniziare questo nostro percorso"
la valigia di cartone |