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domenica 9 dicembre 2012

TRADIZIONE E INNOVAZIONE, LA PROVOCAZIONE AL CONFETTO DI NIKO ROMITO

SULMONA. Quando la tradizione incontra l’innovazione e il passato dialoga con il presente. Provocazione dei sensi, ieri, nel corso della prima giornata di  “Ars Eros Cibus”, la due giorni enogastronomica organizzato
dall’associazione “Fabbricacultura”, su proposta della Camera di Commercio e con il patrocinio del comune di Sulmona. “Provocazione al confetto tra innovazione e tradizione” il tema dell’incontro all’auditorium dell’Annunziata che ha visto protagonisti il custode dell’arte confettiera cittadina, Italo Di Carlo, e lo chef del Reale - Casadonna di Castel di Sangro, Niko Romito.
A condurre l’incontro i giornalisti Francesca Piccioli e Paolo Castignani. Un po’ emozionato Di Carlo, il più anziano mastro confettiere cittadino, "più abituato a lavorare che a parlare" – come lui stesso ha ricordato –, ha illustrato l’origine dei confetti e il loro lungo processo di lavorazione, condividendo con il pubblico anche alcuni degli episodi più belli che hanno segnato la storia dell’azienda di famiglia. Accanto a lui il giovane e premiatissimo chef Romito invitato da Fabbricacultura e dal suo presidente, Anna Berghella, a reinterpretare alla sua maniera il più famoso dolce cittadino. Romito ha raccolto la sfida “rileggendo” il dolce sulmonese all’insegna della semplicità e del pieno rispetto degli elementi che lo compongono.
È nata così la sua “metamorfosi di confetto”: gel di acqua di confetto alla base del piatto, una cialda croccante di zucchero, una crema di mandorla frullata e, per finire, schiuma di acqua di confetto. Unico ingrediente impiegato i confetti William Di Carlo. Unica aggiunta l’acqua, quella in cui far sciogliere lo zucchero che ricopriva i confetti per separare “liberare” le mandorla. L’acqua zuccherata al confetto è così diventata base e termine del piatto, in due diverse consistenze. Lo zucchero, altro elemento cardine del confetto, trasformato in cialdina, ha dato al dolce la croccantezza.
Le mandorle, congelate e poi tritate, sono state trasformate nella crema impiegata al centro del dolce. Il primo ad assaggiare la “provocazione al confetto” che Romito ha realizzato davanti al pubblico dell’auditorium è stato lo stesso Italo Di Carlo. “Non avrei mai immaginato una cosa del genere”: è stato il commento del mastro confettiere cittadino. Poi, i ragazzi che lavorano con Romito (foto) e seguono la sua di alta formazione gastronomica "Niko Romito Formazione" si sono messi al lavoro per il pubblico in sala. Accanto al dolce sono stati serviti due confetti, proprio per consentire al pubblico di confrontarne i sapori. Solo la tecnica a fare la differenza. Sapori, territorio e riconoscibilità intatti. Made in Abruzzo. Made in Sulmona.





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