(video intervista a Verrocchi)

SULMONA - Sono pronti a scioperare davanti palazzo San Francesco i lavoratori delle cooperative, forse il 22 ottobre, bloccando i servizi in città, soprattutto la raccolta rifiuti. La data sarà decisa domani, come hanno spiegato Damiano Verrocchi (cgil), Augusto De Panphilis (cisl) e Nicola Ceri (Uil) questa mattina che hanno incontrato, nella sede trasporti comunali, i dipendenti di Satic, Am e Sulmona Servizi al fine di ottenere il mandato per attuare la mobilitazione di 24 ore. Un'inizio di battaglia per assicurare il lavoro almeno fino a dicembre, come precisano i sindacalisti, spiegando che si tratta della prima azione di una serie previste , in quanto si prospettano tempi difficili a gennaio, quando, si troveranno allo stesso punto di oggi. La meta non è solamente coprire questi due mesi restanti, ma arrivare a fare le gare.
Si attende domani, quando i sindacati incontreranno il sindaco e l'assessore Loris Ramicone, per l'ordinanza così che ripartono i servizi (soprattutto verde pubblico e scuolabus) e per la delibera di Giunta per la copertura economica. "Andremo poi a formalizzare dopodomani la giornata di sciopero che potrà essere attuata solo passati dieci giorni" hanno spiegato i sindacalisti. "Dovevano ripartire oggi" affermano .

Se per De Panphilis è colpa dell'incapacità politica di tutti, per Verrocchi "il quadro è ancora più nero di quello che ci presenta la politica, perchè in realtà non ci sono soldi" E dice "basta a strumentalizzare i lavoratori", ecco perchè li invita a non dare retta agli inviti a presenziare al prossimo Consiglio comunale. Ceri sottolinea che "Il revisore dei conti ha bloccato tutto e mandato alla Procura della Repubblica per le verifiche", annunciando, poi, senza approfondire, l'intenzione a palazzo San Francesco di tornare in Consiglio per annullare la delibera approvata all'unanimità e rivotare per l'aumento del 2 per mille dell'imu. Suggerisce, infine, che "si attende l'inserimento nel cratere al fine di poter recuperare fondi". Premono, però, sull'azione eclatante i lavoratori, che oggi hanno alzato la voce. Non ci stanno a sentirsi capro espiatorio "oggi in 70 facciamo un lavoro che prima veniva fatto da 140 persone. Negli anni siamo andati diminuendo".
