sul campo lo stato di avanzamento del progetto, in cui sono sette i lupi monitorati con
radiocollari, collegati a monitor e telefonini, al fine di controllare i movimenti dei branchi o dei singoli per la prevenzione e assicurare un pronto intervento in caso di necessità. Si tratta di un primo tentativo di conservazione e gestione sinergica del lupo appenninico, che conta più di un centinaio di esemplari su un territorio su tre province.
Il progetto che terminerà nel 2013, è nato nel 2010 è finanziato per il 65,85% dalla Comunità Europea, con oltre un milione di euro.
"Abbiamo istituito un sistema snello ed efficace" ha detto Franco Iezzi, presidente del parco Majella, che, insieme al coordinatore dell'ente, Teodoro Andrisano, ha spiegato le attività messe in campo per contrastare le minacce alla conservazione del lupo in Italia, come l'armonizzazione e la velocizzazione dei sistemi di indennizzo per i danni al bestiame, le nuove di compensazione del danno, quali la restituzione della pecora predata all’allevatore, dall’attuazione di moderne tecniche di monitoraggio alla pianificazione delle attività di contrasto alle morti illegali, con l’istituzione di gruppi operativi specialistici in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, dal contrasto al randagismo canino, insieme alle ASL, all’analisi dei rischi sanitari. g.s.