SULMONA -Non c'è pace per i pendolari peligni. Lasciati a piedi a Roma per trenta minuti, con i conseguenti disagi da parte di chi è costretto quotidianamente a recarsi a Roma dalla Valle Peligna per motivi di lavoro o di studio, " l’Arpa" come sostiene il presidente della Federcopa Francesco Di Nisio "continua a sottolineare ai pendolari che questa e’ una linea
commerciale e non assistita da contributi pubblici come avviene nel
resto d’Abruzzo". Perplessità tra i molti viaggiatori del centro Abruzzo. “La risposta con la quale l’Arpa ha liquidato l’ennesimo
disservizio sulla Sulmona-Roma, definendo “fisiologico” un ritardo in partenza di oltre 30 minuti da Roma per un guasto tecnico, preoccupa non poco i pendolari del Centro Abruzzo” afferma il presidente della federazione dei pendolari abruzzesi il quale torna ad invocare l’intervento del presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e dell’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra. "Il perché di questa decisione scellerata e penalizzante che considera la Valle Peligna un territorio di serie B lo deve chiedere a Chiodi e al Consiglio regionale e non ai pendolari che fanno sacrifici economici e fisici non indifferenti solo per difendere il diritto di andare a lavorare quotidianamente fuori regione. E poi – ha aggiunto il presidente di Federcopa - anche dal punto di vista commerciale le scelte non sembrano puntare sulla valorizzazione di questa linea. Tra corse soppresse, percorsi allungati, guasti tecnici, stangate tariffarie con i biglietti che costano mediamente il 50 per cento in più rispetto agli altri operatori privati, non sembra che l’Arpa spinga per una politica commerciale capace di promuovere i collegamenti da Sulmona a Roma. Su tutti voglio citare un esempio: sul sito dell’Arpa c’è l’annuncio, del 18 aprile scorso, dell’arrivo di una nuova campagna di abbonamenti per questo collegamento. Sono passati cento giorni da quell’annuncio che e’ rimasto solo l’ennesima promessa non mantenuta – ha sottolineato ancora Di Nisio - mentre dall’Arpa è arrivata una stangata tariffaria da 250 euro l’anno. A questo punto i pendolari si augurano che la richiesta di istituire una commissione regionale d’inchiesta sull’Arpa vada presto in porto per fare luce su scelte, investimenti e strategie di quest’azienda, patrimonio di tutti gli abruzzesi, anche dei pendolari delle aree interne dell’aquilano”.
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