L'accusa è di aggressione e danneggiamento aggravati, in cui la detenzione dei bastoni ha determinato la differente natura dei provvedimenti, scaturiti dall'indagine svolta
dalla polizia giudiziaria agli ordini del commissario Francesca La Chioma, con il prezioso aiuto degli ispettori della scientifica. Sono ancora in corso le indagini per identificare gli altri tre componenti della banda che ha scatenato il raid punitivo lo scorso 24 aprile picchiando violentemente due giovani mandandoli in ospedale, con prognosi di trenta giorni. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia, spiegata oggi nella conferenza stampa dal commissario La Chioma (video), erano in dodici quella mattina a mezzogiorno. Sarebbero scesi dalle auto e dop che avrebbero costretto i due giovani ad entrare nel locale, con mazze da baseball e stecche da biliardo, li avrebbero picchiati e feriti, devastando il bar e dandosi poi alla fuga. le due vittime, intanto, erano riuscite a nascondersi una nel bagno, l'altra in un negozio nelle vicinanze. Pochi minuti e il gruppo si era già dileguato facendo perdere le tracce di sè. I primi sospetti da parte degli inquirenti erano, intanto, caduti sui rom. Irreperibile, in quella giornata, l'intera comunità rom di Sulmona. Difficoltà per la polizia sono stte riscontrate a causa della mancanza di collaborazione dei testimoni. La megarissa, che per le movenze creuente ha destato forte allarme sociale tra la popolazione, sembrerebbe scaturita per "motivi d'onore", legati al violento episodio accaduto quelche giorno prima nel centro storico della città davanti a un pub tra alcuni membri della comunità rom sulmonse ed altre ragazze di etnia rom (caso su cui sono ancora aperte le indagini). Nessun coinvolgimento del propritario del bar in questa situazione, come ha tenuto a specificare il commissario, spiegando, inoltre, che la situazione è rientrata e non si temono ulteriori tensioni, come nel caso di Pescara, tanto che non si necessitano rinforzi.