internazionali del gas.”
A questo punto sono confermati tutti i dubbi sollevati
dal Comitato Interregionale No Tubo, che sin dall’inizio aveva sospettato e
comunicato che il Gasdotto Brindisi Minerbio servisse solamente alla Snam per
esportare il Gas e non per potenziare la rete nazionale. Quindi
non ha più senso (semmai lo abbia mai
avuto) parlare di un opera di Pubblica Utilità. Oltretutto,
l’amministratore dell’Eni Scaroni, in un’intervista al giornale La Stampa del 20 Marzo 2006, alla
domanda se fosse vero che, come da un documento vicentino di Confindustria per
l'ENERGIA, si prospettasse un ruolo dell'ITALIA come HUB del gas europeo,
rispondeva: «Siamo sul terreno del volontarismo piu' assoluto. Siamo un paese
che da dieci anni sta cercando di costruire un rigassificatore e non ci riesce.
Provi a farne quattro, cinque o anche di piu'. Come sia possibile, e' una cosa
che mi sfugge». A Scaroni sarà sfuggito
il “dettaglio” del vero intento della Snam, ma a noi no. Con l’alibi della carenza di gas in
Italia, in base alla quale bisognava costruire gasdotti e rigassificatori, si sottaceva il reale scopo del progetto che era e rimane quello di esportare gas. E’
da precisare che la rete nazionale esistente, ha una capacità di trasporto di
110/120 miliardi di metri cubi di gas all’anno ed è, quindi, più che sufficiente
a coprire i nostri consumi che si
aggirano intorno agli 80/85 miliardi di metri cubi l’anno. La stessa Confindustria Ceramica ha
accusato l’Eni e la Snam
di sotto utilizzare la rete per tenere alti i prezzi, con notevole
ripercussione negativa per le imprese che soffrono la grave crisi economica
(Sole 24Ore – 14/9/2011) e per tutti i cittadini-utenti che da anni subiscono
rincari continui delle bollette (l’ultimo a gennaio 2012). In merito all’incidente di
pochi giorni fa in Toscana, dove l’esplosione di un gasdotto ha provocato
feriti gravi, distrutto case, interessando anche boschi limitrofi, il Comitato
da sempre ha evidenziato la grande pericolosità di questi impianti,
sottolineando che l’errore umano, la manutenzione, le cause naturali, sono
sempre possibili a verificarsi! (uno smottamento di terreno, a Tarsia, nel
febbraio del 2010 provocò un’esplosione simile, ma senza feriti). In
questo contesto appare sempre più assurdo
il tracciato del gasdotto Brindisi Minerbio che, ricordiamo, va ad
interessare uno dei territori a più alto rischio sismico dell’Italia centrale,
inanellando tutti i comuni che negli ultimi anni hanno avuto gli eventi tellurici
più disastrosi e intersecando, soprattutto, numerose faglie
sismiche attive. Una infrastruttura di queste dimensioni rappresenta un rischio certo al quale vengono esposte le popolazioni residenti
senza alcun beneficio e con pesantissimi costi: una colossale servitù per i
lauti guadagni di un colosso economico!