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mercoledì 5 ottobre 2011

METANODOTTO. COMITATI, SNAM SCEGLIE SCORCIATOIE

SULMONA –  Per i comitati sulmonesi la Snam sceglie una scorciatoia e anticipa iter. Scrivono al Ministero per fermare la corsia preferenziale.  “Abbiamo sempre ritenuto” scrivono “che la partita contro la Snam (ovvero l'ENI) è molto difficile perchè impari. La controparte del nostro territorio è, infatti, una delle più grandi multinazionali del settore energetico"

"Eppure non eravamo arrivati a pensare che la Snam, pur di vincere la partita a tutti i costi, sarebbe arrivata a cambiare platealmente le carte in tavola. E invece è avvenuto.
Nel giugno scorso – ma solo ora ne abbiamo avuto notizia - la Snam ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di accordarle una corsia preferenziale per la costruzione della centrale di compressione prevista a Sulmona, anticipandone l'iter rispetto al metanodotto.
E il Ministero, acriticamente, ne ha accolto la richiesta, separando l'iter autorizzativo della centrale da quello del metanodotto.  La Snam sostiene, in una "dichiarazione" del 21 giugno, che ha bisogno di "dare avvio anticipatamente, rispetto al metanodotto, alla realizzazione della centrale gas di Sulmona e alle quattro linee di collegamento alla rete Snam esistente" perchè ha necessità di immettere nel metanodotto esistente del versante Tirrenico (Transmed) il gas del "campo di stoccaggio" di San Salvo (Chieti).  In questo modo la Snam assegna alla centrale di compressione di Sulmona una finalità nuova, ben diversa da quella per cui era nato il progetto, che era quella di spingere il gas nel nuovo metanodotto, ancora da autorizzare, da Sulmona a Minerbio  (che è parte del mega gasdotto "Rete Adriatiatica" di 687 km da Brindisi a Minerbio-Bo) . E se la realizzazione del nuovo metanodotto, da Sulmona a Minerbio,   non dovesse avvenire, come auspicano i cittadini e le Amministrazioni pubbliche del  territorio? Oppure, se il metanodotto dovesse cambiare tracciato, non passando più per Sulmona? Potremmo ritrovarci nella assurda situazione di vedere autorizzata la costruzione di una centrale che è di spinta per un metanodotto che non c'è, e forse non ci sarà.
Ma c'è di più: l 'asserita "necessità" addotta dalla Snam non è dimostrata.
Essa contrasta apertamente con la realtà di fatto. Basti pensare che in Italia la rete dei metanodotti esistente è in grado di trasportare 107 miliardi di metri cubi l'anno di gas, mentre i consumi interni non superano gli 83 miliardi di metri cubi. Il gas abbonda, mentre la domanda ristagna; e abbonda naturalmente anche lungo il Transmed, dopo che le forniture dal nord Africa, e in particolare dalla Libia, sono riprese a pieno ritmo.
Perciò la "corsia preferenziale" per la centrale, richiesta dalla Snam ed accordata dal Ministero, non sta in piedi, nè sul piano procedurale nè su quello sostanziale.
Pertanto i comitati hanno inviato al Ministero dello Sviluppo Economico (e a tutti gli Enti coinvolti nel procedimento) una lettera con cui chiedono di fermare la "scorciatoia" escogitata dalla Snam e di ripristinare l'iter autorizzativo dell'opera così come condotto fino ad oggi; un iter che ha visto sempre uniti metanodotto e centrale in tutti i passaggi (vedi “compatibilità ambientale” e “pubblica utilità”).
Diversamente i comitati annunciano che ricorreranno a tutti i mezzi previsti dalla legge per far valere i diritti della nostra comunità e del nostro territorio.
I comitati, infine, auspicano che questo sorprendente "cambio di rotta" dell'iter autorizzativo venga fortemente contrastato anche e soprattutto dagli Enti più direttamente coinvolti nel procedimento : Comune di Sulmona, Provincia e Regione.

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