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mercoledì 24 agosto 2011

SIRENTINA, NO ACCORPAMENTO COMUNI URGE POLITICA PER LA MONTAGNA


SECINARO - No all’accorpamento e rilanciare la politica per la montagna. Secondo la Comunità montana Sirentina  è necessaria una nuova forma di governance per territori da troppo tempo senza una guida politica. Il decreto per accorpare i piccoli comuni rischia di modificare il territorio della comunità montana Sirentina. Una zona interna dell’aquilano dove sono solo 4 i comuni su 14 a superare la soglia dei mille abitanti. “Con questi numeri” spiega il presidente della comunità montana Sirentina Luigi Fasciani, “la protesta degli amministratori ma anche dei cittadini delle zone interne è destinata a crescere. Un malessere diffuso che rischia di trasformarsi in episodi di disobbedienza civile. Atteggiamenti che devono essere evitati proponendo una politica di attenzione a questi territori
sui quali da tempo sono arrivati tagli indiscriminati nonostante siano aree con evidenti svantaggi storici”. Puntare, dunque, su una politica di ampio respiro in grado di ridare slancio ai territori. “Dobbiamo lavorare” continua Fasciani “per la realizzazione di un tavolo tecnico dove prendano parte Regione, Provincia, Amministratori e rappresentanti delle associazioni come Unpli, Anci e Uncem.
Da questi incontri deve scaturire una prospettiva di più ampio respiro che si potrebbe sostanziare in un nuovo tipo di governance per i territori montani. Un passo che ad esempio può essere fatto anche considerando le nuove tecnologie, i cambiamenti amministrativi avvenuti negli ultimi anni e soprattutto, veicolando le risorse economiche del terremoto in modo da avere delle ricostruzioni che tengano conto dei reali problemi come lo spopolamento e l’assenza dei servizi”. Una ricetta articolata che vede anche il benestare di altri amministratori. “Credo” conclude Fasciani “che con la volontà di tutti si possa addivenire ad un nuovo assetto amministrativo meglio centrato sulle necessità dei cittadini e più vicino alle esigenze dei territori che non devono essere depauperati e devono continuare ad esprimersi in modo democratico”.

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