SULMONA – La situazione nelle carceri per il futuro sembra destinata a peggiorare. E’ il grido d’allarme della Uil Pa che, dati e numeri alla mano di una realtà tutt’altro che rosea negli istituti di pena abruzzesi, annuncia di essere “pronta ad affrontare, con tutte le armi a sua disposizione, l'eventuale emergenza che già oggi mostra segnali in crescendo. “Sulmona dopo i movimenti deflattivi di qualche mese fa e lo sfollamento di un centinaio di detenuti, sta vedendo frantumandosi il sogno di vedere rispettata la capienza per la quale era stata contemplata dopo che una circolare del PRAP ha pensato bene di attribuire un ulteriore circuito al penitenziario peligno derivante dalla predisposizione di una nuova sezione detentiva c.d. di prima accoglienza e che ospita arrestati e detenuti con un fine pena breve”
A parlare dell’emergenza carcere è il segretario provinciale e vice regionale Mauro Nardella che, in una nota annuncia che nei prossimi giorni una delegazione della segreteria regionale si recherà a far visita a tutti gli istituti territoriali per avere contezza della situazione e programmare eventuali interventi”. “La Uil penitenziari Abruzzo” prosegue “si dice grata nei confronti del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di alcuni volti noti della politica italiana primi fra tutti i radicali Marco Pannella e Rita Bernardini per il risalto che stanno dando al delicatissimo momento che sta vivendo l'intero sistema penitenziario. Sovraffollamento e taglio delle risorse stanno rendendo estremamente difficile e vulnerabile quel delicato equilibrio che tra i detenuti e i preposti al trattamento degli stessi, non ultimi ovviamente i poliziotti penitenziari, è andato maturando nel tempo. Condizioni cosi difficili, aggravati dal taglio sempre più esasperato delle spese per la gestione della “macchina penitenziaria”, stanno rendendo impossibile la vita non solo dei detenuti ma anche del personale dell'intero comparto sicurezza. Nelle carceri della Provincia, seppur ci sia stato un momento di respiro dal punto di vista numerico riferito al sovraffollamento, la situazione sta riprendendo una piega che non piace. Anche Avezzano, stante la situazione venutasi a creare in Abruzzo, rischia un aumento della popolazione detenuta. Per quanto riguarda il sovraffollamento in Abruzzo la situazione piu' critica si registra a Sulmona con 141 detenuti in piu' rispetto alla capienza del carcere. A Lanciano e Teramo invece si contano 109 detenuti in piu', a Pescara 68, a Vasto 52. Difficile risulta essere anche la situazione del carcere dell'Aquila ove la politica portata avanti dai superiori uffici (PRAP e DAP) sta facendo precipitare il suo essere fiore all'occhiello dell'intero sistema carcerario nazionale in una vera e propria emergenza penitenziaria derivante dalla sempre più crescente penuria di uomini della Polizia penitenziaria. Questo stato di cose ha reso necessario l'apertura di un tavolo sindacale per capire in che modo organizzare il lavoro di un cosi importante super carcere facendo perno su un esiguo numero di addetti. Tuttavia, Allo stato attuale, non ci sentiamo di attribuire colpe all'attuale Direzione del carcere aquilano della quale non possiamo che considerarne l'affidabilità da sempre dimostrata. Intanto diminuiscono sempre più i numeri riferiti al personale siano essi del quadro permanente siano essi appartenenti al Reparto operativo mobile. La peculiarità del carcere delle “costarelle” non avrebbe dovuto permettere ciò che è successo e ciò che potrebbe ancora accadere. La presenza di detenuti reclusi(41 bis) avrebbe dovuto raddoppiare anziché decimare il numero degli agenti presenti all'Aquila ma all'Amministrazione penitenziaria evidentemente tutto questo non interessa. Resta il fatto che la “roulette russa” alla quale l'Amministrazione sta giocando potrebbe, nel futuro, arrecare non pochi problemi.
A parlare dell’emergenza carcere è il segretario provinciale e vice regionale Mauro Nardella che, in una nota annuncia che nei prossimi giorni una delegazione della segreteria regionale si recherà a far visita a tutti gli istituti territoriali per avere contezza della situazione e programmare eventuali interventi”. “
Nella Provincia La situazione del personale risulta aggravata dal mancato pagamento delle indennità di missione costringendo chi è preposto alle traduzioni dei detenuti ad anticipare di tasca propria ciò che la legge impone di fare a chi amministra. Per questo motivo la Uil si è sentita costretta a livello nazionale ad adire le vie legali e ricorrere al TAR ,contro la non ottemperante Amministrazione Penitenziaria, attraverso decreti ingiuntivi che hanno visto la vittoria della Uil e la conseguente sanzione che ha visto l'invito al pagamento delle somme a saldo e le relative spese processuali da parte dell'Amministrazione inadempiente.
Da qualche tempo non vengono corrisposti gli emolumenti relativi alle ore di straordinario effettuato. Va ricordato che lo straordinario non pagato è lo stesso che è servito a sopperire alla carenza di personale che indistintamente riguarda tutti gli istituti della Provincia (-20 ad Avezzano, -60 a Sulmona ed altrettanti a L'Aquila).
Gli addetti dei nuclei traduzione sono altresì costretti a lavorare in autentiche trappole visto che molti dei lavori di manutenzione degli automezzi seppur richiesti vengono effettuati con enorme ritardo se non addirittura non realizzati affatto.
Proprio la carenza di personale non permette il rispetto dei parametri previsti dalla legge giacchè quasi sempre si parte sotto scorta. La mancanza di sottufficiali rende ingestibile il reparto delle videoconferenze. Di fronte a tutto questo disastro non può non essere chiamato a rispondere l'attuale ed incoerente Governo. Per due anni consecutivi ha deliberato lo stato di emergenza delle carceri italiane, ma nel mentre lo faceva, tagliava i fondi ad esso destinati. Con i tagli dichiarati, non potranno essere garantiti i rifornimenti dei mezzi e con essi, così come è capitato in Calabria e in Lombardia, la presenza dei detenuti nelle aule dei tribunali mettendo a rischio non solo il diritto alla difesa ma gli stessii processi. Le Direzioni troveranno difficoltà a pagare le utenze telefoniche, dell'acqua, della luce e del gas con tutto quello che ne consegue. In dubbio, considerati gli esigui stanziamenti, sono addirittura i pasti per i detenuti.
Il Governo dovrebbe meditare sui dati del 2010 che integralmente di seguito si riporteranno e ragionare un po' di più sulle soluzioni da adottare per salvaguardare dettami costituzionali che altrimenti sarebbero inevitabilmente compromessi. “Nel 2010 nelle sovraffollate carceri italiane i detenuti hanno posto in essere 5703 atti di autolesionismo e 1137 tentativi di suicidio molti dei quali sventati dalla Polizia Penitenziaria;
le morti per cause naturali sono state 108 e 55 i suicidi; 3039 sono stati i ferimenti;
6626 manifestazioni di protesta consistenti in scioperi della fame; 1553 rifiuti del vitto;
1289 detenuti coinvolti in proteste violente con danneggiamento o incendio di beni dell'Amministrazione; 15 evasioni dal carcere da parte dei detenuti , 41 per mancati rientri dai permessi premio, 3 dal lavoro all'esterno e 12 dalla semilibertà; 68 sono gli internati evasi.
Diverse sono state le manifestazioni di protesta collettive sul sovraffollamento che hanno prodotto 550 scioperi della fame, 14632 rifiuti del vitto, 180 battiture( percussioni rumorose sui cancelli) e che hanno visto coinvolti 36641 detenuti.”
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