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martedì 19 luglio 2011

E' MORTO L'EX MINISTRO REMO GASPARI

GISSI - E' morto stamane per un malore nella sua abitazione di Gissi l'ex ministro Remo Gaspari. Era nato il 10 luglio 1921. A trovarlo privo di vita e' stata la badante. Tanti i messaggi di cordoglio dal mondo politico abruzzese. Politico e avvocato italiano, e' stato dieci volte deputato e sedici Ministro della Repubblica. Esponente della Democrazia Cristiana,
e' stato membro della corrente "Alleanza Popolare" (Grande centro "doroteo") presieduta da Arnaldo Forlani, Antonio Gava e Vincenzo Scotti. Si laurea in Giurisprudenza presso l'Universita' di Bologna, terminati gli studi comincia ad esercitare la professione forense a Gissi iscrivendosi all'albo degli avvocati nel 1946. Eletto Deputato fin dalla II legislatura verra' rieletto ininterrottamente fino alla fine della Prima Repubblica. Per l'Abruzzo e' stato da sempre un valido punto di riferimento. Nel 1960 con la formazione del Governo Tambroni e' nominato Sottosegretario di Stato al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, carica che riuscira' a mantenere anche nel successivo Governo Fanfani III. Nel 1962 con il Governo Fanfani IV ricopre la carica di Sottosegretario all'Industria e Commercio, mentre con il Governo Leone I (1963) e' rinominato Sottosegretario alle Poste e Telecomunicaziioni, rimanendo il tale ruolo anche nei governi Moro I e II. Nel 1966 con la formazione del Governo Moro III viene nominato Sottosegretario all'Interno e venendo riconfermato nei governi Leone II e Rumor I. Con la formazione del Governo Rumor II (1969) e' promosso Ministro dei Trasporti e dell'Aviazione civile, mentre con il Governo Rumor III diviene Ministro senza portafoglio per la riforma della Pubblica Amministrazione, carica che manterra' anche nei successivi governi Colombo e Andreotti I. Nel Governo Andreotti II ricopri' il ruolo di Ministro della Sanita'. Dal 1976 al 1980 ricopri' la carica di vicesegretario della Democrazia Cristiana. Nel 1980 torno' al governo (Cossiga II) come Ministro senza portafoglio per i Rapporti con il Parlamento, nei governi Spadolini I, II e Fanfani V ricopri' la carica di Ministro delle Poste e Telecomunicazioni. Nei governi Craxi I e II venne nominato Ministro senza portafoglio per la Funzione Pubblica. Nel 1987 divenne Ministro della Difesa nel Governo Fanfani VI, nello stesso anno venne nominato Ministro senza portafoglio del Coordinamento della Protezione Civile del Governo Goria in sostituzione di Giuseppe Zamberletti, in seguito alla distribuzione di incarichi bilanciata fra le correnti politiche del nuovo governo, mentre era in corso l'emergenza della Alluvione della Valtellina provocando per questo molte critiche. L'anno seguente ricopri' la carica di Ministro senza portafoglio degli interventi straordinari nel Mezzogiorno nel Governo De Mita. Concluse la sua carriera ministeriale nei governi Andreotti VI e VII, nei quali torno' a ricoprire il ruolo di Ministro della Funzione Pubblica.

 'ZIO REMO' GASPARI UNA VITA SPESA PER L'ABRUZZO
Da tempo non si sentiva parlare di lui, se non ogni tanto, ma anche qui da vecchio consigliere, padre saggio: una sorta di vecchio zio ancora in grado di non farsi gabbare da nessuno - scarpe grosse e cervello fino - che siede alle porte del paese a vedere chi esce e chi entra, e a spiegare ai giovani come si fa.
   Infatti lui ci sapeva fare benissimo, e non e' un caso se alla fine di una carriera longeva come poche altre oggi venga ricordato con un certo affetto. Per un politico non e' un caso ricorrente. Non deve stupire: Remo Gaspari, in fondo, e' stato l'idealtipo del politico democristiano di una volta. Del doroteo, ad essere piu' precisi, perche' in lui non si poteva trovare certo quella tormentata cogitazione sui problemi del mondo di tanta parte della sinistra Dc, ne' le certezze accademiche dei professorini di una volta. Ma nemmeno l'antimarxismo militante di un Rumor, per dirla tutta. Remo Gaspari aveva orizzonti forse piu' ristretti, si', ma certo erano orizzonti curati come un giardino di casa. Un giardino chiamato Abruzzo.
   Oggi si direbbe con gli americani: "All politics is local", tutta la politica e' locale. Lui non aveva bisogno che glielo spiegassero gli americani: lo sapeva gia', per conoscenza atavica. E giu', per tutta la sua lunga carriera, a curarsi il collegio e a far del bene ai suoi concittadini. Magari con poco, ma qualcosa a tutti. Inizio' costruendo le strade, fini' che fu tra i primi a impostare il boom economico abruzzese grazie ad un attento uso dei fondi strutturali dell'Unione Europea. Se non e' pensare globale questo, qualche spin doctor laureato ad Harvard ci spieghi allora cos'e'.
   Politico e avvocato italiano, e' stato dieci volte deputato e sedici Ministro della Repubblica. Esponente della Democrazia Cristiana, e' stato membro della corrente "Alleanza Popolare" (Grande centro "doroteo") presieduta da Arnaldo Forlani, Antonio Gava e Vincenzo Scotti. Si laurea in Giurisprudenza presso l'Universita' di Bologna, terminati gli studi comincia ad esercitare la professione forense a Gissi iscrivendosi all'albo degli avvocati nel 1946. Eletto Deputato fin dalla II legislatura verra' rieletto ininterrottamente fino alla fine della Prima Repubblica. Per l'Abruzzo e' stato da sempre un valido punto di riferimento. Nel 1960 con la formazione del Governo Tambroni e' nominato Sottosegretario di Stato al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, carica che riuscira' a mantenere anche nel successivo Governo Fanfani III. Nel 1962 con il Governo Fanfani IV ricopre la carica di Sottosegretario all'Industria e Commercio, mentre con il Governo Leone I (1963) e' rinominato Sottosegretario alle Poste e Telecomunicaziioni, rimanendo il tale ruolo anche nei governi Moro I e II. Nel 1966 con la formazione del Governo Moro III viene nominato Sottosegretario all'Interno e venendo riconfermato nei governi Leone II e Rumor I. Con la formazione del Governo Rumor II (1969) e' promosso Ministro dei Trasporti e dell'Aviazione civile, mentre con il Governo Rumor III diviene Ministro senza portafoglio per la riforma della Pubblica Amministrazione, carica che manterra' anche nei successivi governi Colombo e Andreotti I. Nel Governo Andreotti II ricopri' il ruolo di Ministro della Sanita'. Dal 1976 al 1980 ricopri' la carica di vicesegretario della Democrazia Cristiana. Nel 1980 torno' al governo (Cossiga II) come Ministro senza portafoglio per i Rapporti con il Parlamento, nei governi Spadolini I, II e Fanfani V ricopri' la carica di Ministro delle Poste e Telecomunicazioni. Nei governi Craxi I e II venne nominato Ministro senza portafoglio per la Funzione Pubblica. Nel 1987 divenne Ministro della Difesa nel Governo Fanfani VI, nello stesso anno venne nominato Ministro senza portafoglio del Coordinamento della Protezione Civile del Governo Goria in sostituzione di Giuseppe Zamberletti, in seguito alla distribuzione di incarichi bilanciata fra le correnti politiche del nuovo governo, mentre era in corso l'emergenza della Alluvione della Valtellina provocando per questo molte critiche. L'anno seguente ricopri' la carica di Ministro senza portafoglio degli interventi straordinari nel Mezzogiorno nel Governo De Mita. Concluse la sua carriera ministeriale nei governi Andreotti VI e VII, nei quali torno' a ricoprire il ruolo di Ministro della Funzione Pubblica. Fini' davvero la sua carriera con quest'ultimo incarico? No, perche' Gaspari e' stato - sempre a suo modo - uno dei pochi politici italiani ad ispirare il mondo dello spettacolo, e non certo per diventare la rappresentazione dell'amoralita' cettolaqualunquesca. Perche' lui una forma di moralita', nella sua vita, l'aveva sempre rispettata. Fu cosi' che un giorno Carlo Verdone sali' su un palco coperto da un drappo azzurro e impreziosito da una bandiera italiana pieghettata a plisse'. Ne ridiscese che aveva inventato il tormentone del "politico sempre teso": sempre teso verso lo sviluppo, sempre teso verso nuovi equilibri parlamentari, sempre teso verso i giovani. Sempre teso verso una strada da fare, o un fondo strutturale da impiegare per una fabbrica da piazzare nel collegio. Che' anche quelli sono posti di lavoro. E voti. Non e' detto he riconoscenza e crescita economica debbano fare a cazzotti











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