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venerdì 15 luglio 2011

ASSOLTO MEDICO SULMONESE CONDANNATO PER MORTE RAGAZZA DI ROCCARASO


SULMONA – Era stato condannato a 10 mesi di reclusione, in primo grado, al risarcimento dei danni in favore delle parti civili e al pagamento delle spese processuali, perché ritenuto colpevole della morte di Katia Bucci, ventiquattrenne di Roccaraso deceduta nel maggio 2000 nell’ospedale di Sulmona, dopo che fu ricoverata per un malore. E’ stato assolto dalla Corte di Appello dell’Aquila perché il fatto non sussiste, il medico sulmonese Sandro Malvestuto, difeso dagli avvocati del foro peligno Lando Sciuba e Franco Zurlo. Riformata, dunque, la sentenza di primo grado.  Era il 24 maggio del 2000 quando la giovane Katia Bucci, campionessa di sci di fondo e atleta a livello nazionale, si era sentita male, accusando forti dolori a un occhio, mentre si trovava a Pescara, dove studiava in un istituto regionale. Giunta nell’ospedale pescarese fu subito dimessa. Il giorno seguente la ragazza
accusò forti dolori a gamba e braccio destro. Di nuovo al pronto soccorso. I medici formularono una diagnosi di sospetta paresi agli arti invitandola a ricorrere al medico curante. Di ritorno a Roccaraso, la giovane avvertì il peggioramento della situazione e fu accompagnata all’ospedale di Sulmona. Tac, ricovero prima nel reparto di medicina, poi in quello di rianimazione.  Dopo quattro giorni per la giovane Katia non c’era più niente da fare. Entra i coma e muore, a causa dell’ “occlusione dell’ arteria  carotide sinistra”, che secondo l’accusa i medici non avrebbero saputo diagnosticare. Furono indagati i sanitari delle Asl di Pescara e di Sulmona, poi durante l’iter processuale le posizioni di quasi tutti vennero stralciate. Rimaneva solo Malvestuto, quale medico di turno nel reparto di medicina generale la sera del ricovero. Rinviato a giudizio era stato condannato. La decisione della Corte  di Appello ha assolto Sandro Malvestuto. A quattro milioni di euro ammontava il risarcimento che la famiglia Bucci richiese a due Asl e ai medici all’indomani della tragedia che ha portato via la giovane atleta. 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono felice che è stato scagionato,Conosco la persona come medico e l'ho sempre considerata preparata e scrupolosissima

Anonimo ha detto...

mi dispiace x i genitori e della povera Katia, questo medico non serve a nulla come tanti altri del reparto medicina di sulmona, i buoni che c'erano si sono trasferiti, xche' qui non capiscono un tubo.triste a chi ci capita.

Anonimo ha detto...

Prima di parlare devi informarti, perché sono in troppi in questo Paese a parlare senza cognizione di causa. Conosci la vicenda? Conosci le carte? Conosci la persone in questione? Possiedi una conoscenza minima del diritto penale (certamente no) per poter trarre questa tua autorevolissima sentenza? La sentenza (quella del giudice) assolve il medico con formula piena "perché il fatto non sussiste". Imparati il diritto prima di sparlare. E' il tuo commento che non serve a nulla. Anzi, probabilmente sei tu che non servi al mondo.

Anonimo ha detto...

A colui che è dispiaciuto per i genitori e per la "povera" Katia Bucci: VERGOGNATI!!L'unica nullità sei tu, che ti permetti di dire queste cose senza sapere ciò che può aver subito INGIUSTAMENTE, (come del resto finalmente è stato riconosciuto)il medico, per colpa della "povera" ragazza, il cui decesso è dipeso soprattutto da alcuni suoi "vizi" (uso di cocaina), emersi in sede di autopsia. Di tutto ciò ci sono le prove, contano solo i fatti e i fatti dimostrano che i "poveri" genitori hanno smesso di portare avanti la loro battaglia legale nei confronti dell'unica vittima di tutta la faccenda, cioè il medico,nel momento in cui sono stati risarciti materialmente....chissà perchè! Solo chi sa può parlare, non certo chi è ignorante come te.

Daniela DT ha detto...

Anche fosse stata cocainomane, e non lo era, era suo preciso diritto essere curata. I vizi diventano pubblici e le virtù private. Avere meno vizi rende più virtuosi? A giudicare da quanto leggo direi proprio di no. Si sappia anche, allora, che Katia era una ragazza molto generosa, così solare da abbagliare, con un'empatia sopra la media, amava ridere, amava la vita, amava la sua famiglia, adorava il suo ragazzo e le sue amiche. Ricordo ancora con i brividi il suo sguardo terrorizzato prima di andare in coma. Ci penso ogni giorno e sono passati più di ventitré anni. Forse la colpa non è stata di nessuno, forse, ma non osate infangare la sua memoria.