

BARREA- Incursioni “massicce e incontrollate” a caccia di orapi sulle montagne nel territorio di Barrea scatenano le ire di residenti e allevatori. Il sindaco chiede regolamentazione e controlli agli uffici competenti e minaccia di non escludere l’ipotesi di denuncie e ordinanze. Da diversi anni, racconta il primo cittadino di Barrea, Andrea Scarnecchia, i pascoli in altura (soprattutto in prossimità degli stazzi) in cui cresce l’orapo (una sorta di spinacio selvatico protagonista della tradizione culinaria del posto) sono sempre più frequentemente prede di cercatori provenienti da altre città e regioni, che giungono con i fuoristrada per prelevare questa pianta spontanea in maniera “sproporzionata”, creando difficoltà agli abitanti e saccheggiando il territorio. Per raggiungere l’area interessata, i barreani sono costretti a scalare il Monte Chiarano, a differenza di chi può arrivare da altri ingressi (i confini del piccolo centro del Pnalm toccano Roccaraso Rivisondoli Scanno e RoccaPia). “Anche in questo caso” scrive il primo cittadino in una nota “c'entra il cosìdetto diritto di uso civico che spetta innanzitutto alla popolazione residente di Barrea, la quale invece è sopraffatta dalla presenza organizzata di raccoglitori su commissione di orapi e non solo dai limiti orografici, ma anche burocratici”. Scarnecchia spiega di essersi rivolto agli uffici preposti di Castel di Sangro al fine di ottenere una regolamentazione dell'accesso all'area, ma senza nulla di fatto. “Se non sarà posto fine allo sterminio di orapi ed all'accesso incontrollato da altri territori sull'area non si esclude la possibilità di ricorrere ad una denuncia agli organi competenti ed alla regolamentazione della raccolta con apposita ordinanza del Comune di Barrea”. “Mantenere la presenza degli allevatori del territorio è importante” conclude Scarnecchia “anche per la fauna selvatica, oltre che garantire il sostegno delle attività di allevamento e dei giovani che vogliono intraprendere queste attività tradizionali”.
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