Visti i trascorsi, non possiamo perdere altro tempo. Nessuno può permetterselo.
Per queste ragioni, la manifestazione di oggi, 31 dicembre 2025, è stata indetta, oltre che per denunciare una situazione di crisi che va avanti da anni, anche e soprattutto per trovare una soluzione collettiva, condivisa e partecipata, a mezzo del confronto dei cittadini e delle cittadine, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, studenti e studentesse, con i Sindaci della Valle Peligna, della Valle Subequana e dell’Alto Sangro, i Consiglieri e le Consigliere Regionali, gli Assessori e le Assessore della Giunta Regionale, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona, tutte le associazioni di categoria, i partiti politici e i movimenti, oltre le scriventi OO.SS. ovviamente.
Infatti, lo spopolamento e la desertificazione delle aree interne non rappresentano un problema di pochi, ma riguardano tutte e tutti: la Valle Peligna ha perso dal 2005 al 2025 il 13,56% della popolazione, cioè 6.810 residenti. Quindi, la soluzione richiede uno sforzo collettivo, con il superamento degli individualismi e dei particolarismi. I piccoli comuni e le aree rurali, pur soffrendo l’attuale stato di crisi, sono cruciali per il benessere del Paese e necessitano di politiche occupazionali adeguate che preservino il territorio e supportino le comunità che lo abitano, perché nessuno si salva da solo!
Quindi, all’esito della manifestazione di oggi, riteniamo necessario e urgente avviare un tavolo di crisi per la Valle Peligna e portare la vertenza dinanzi al MIMIT, Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Infatti, posto che nella Valle Peligna, a partire dagli anni sessanta, ha preso piede un veloce sviluppo industriale, con l’avvio di diverse fabbriche nei settori come quelli chimici, elettronici, metalmeccanici, alimentari, tessili e di arredamento, e che negli anni, a seguito di delocalizzazioni, cessazioni e riduzioni di personale, tale tessuto economico è stato depauperato, l’intero territorio, oggi, risulta deprivato di posti di lavoro e garanzie salariali. Invero, a tale desertificazione industriale non si è sostituito alcun nuovo modello di sviluppo alternativo. Per la sua storia, quindi, la Valle Peligna ha bisogno, con urgenza, di investimenti pubblici e privati finalizzati sì al rilancio del territorio, con l’incentivazione di nuovi insediamenti industriali, ma anche al mantenimento e al rafforzamento della realtà attuale, con la necessità di valorizzare il patrimonio industriale esistente e di diversificare il tessuto economico. Non possiamo più permetterci di perdere neanche un posto di lavoro.
Pertanto, le scriventi OO.SS. hanno ritenuto necessario nella giornata di oggi, giornata di mobilitazione e di lotta a difesa di un intero territorio, sottoporre all’attezione delle figure istituzionali presenti un manifesto unitario per l’avvio immediato di un tavolo di confronto certo, comprovabile e partecipato sia a livello regionale sia a livello ministeriale, per la ricerca di strumenti idonei al rilancio e al consolidamento delle attività produttive e per affrontare la crisi dell’automotive e dei grandi servizi e per il riconoscimento alla Valle Peligna dello status di area di crisi complessa o ad alto impatto sociale.
Bisogna altresì investire nei servizi alle persone, partendo dalla salute delle stesse, dall’istruzione e dalla formazione, nelle infrastrutture materiali e immateriali di collegamento, e cioè nell’insieme di opere e servizi (strade, ferrovie, autostrade, reti digitali, idrauliche ) essenziali per connettere aree geografiche, facilitare la mobilità di persone e merci, garantire servizi primari attraverso un sistema pubblico di gestione e una fiscalità di vantaggio che possa rendere attrattivo il territorio, per lo sviluppo economico e sociale e per ridurre il divario delle aree interne.
Misureremo l’impegno assunto dalle istituzioni presenti oggi e continueremo le mobilitazioni partendo da un principio inviolabile che è mai più un posto di lavoro in meno!"
I Segretari Cgil, Cisl, Uil, Ugl
Francesco Marrelli, Pietro Di Natale, Maurizio Sacchetta, Roberto Bussolotti
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