Nel mirino dei consiglieri anche la totale assenza di una strategia regionale: «Ancora più ipocrita è l’uso strumentale del tema della legalità. La destra esibisce sfratti e decadenze come trofei politici, ma occulta i dati che fanno paura: in alcune ATER la morosità sfiora il 40%, con canoni medi bassissimi. Questo non è solo un problema di illegalità, è un gigantesco problema di fragilità sociale, che la Regione sceglie di ignorare perché non produce titoli favorevoli. Nessun piano regionale di prevenzione della morosità, nessuna integrazione con i servizi sociali, nessuna strategia per accompagnare le famiglie in difficoltà. Solo repressione verso i più deboli e totale assenza di visione».
«Questo bilancio si regge quasi esclusivamente su fondi statali ed europei - proseguono i pentastellati - mentre le risorse regionali vengono prosciugate per coprire errori accumulati nel tempo, soprattutto in sanità. È lo stesso bilancio che riaccende mutui dopo oltre vent’anni, per circa 93 milioni di euro, senza che in Commissione sia stato indicato con chiarezza quali opere urgenti giustifichino nuovo debito». Le ATER hanno bisogni concreti e diversi nei territori: a Chieti servono risorse per gestire un patrimonio vasto con livelli di morosità elevati; a Pescara servono manutenzioni e interventi di accessibilità; all’Aquila è ancora centrale il tema dei canoni e della sostenibilità degli alloggi post-sisma; a Teramo l’efficientamento energetico va accompagnato da politiche regionali stabili. Invece la Giunta Marsilio sceglie di non scegliere.
«Per questo – concludono Alessandrini e Taglieri – come Movimento 5 Stelle presenteremo emendamenti al bilancio per finanziare manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, abbattimento delle barriere architettoniche ed efficientamento energetico, intervenendo su tutte le ATER. La casa pubblica è un diritto e uno strumento di coesione sociale, non una voce da cancellare per fare quadrare conti sbagliati. In Aula porteremo una battaglia dura, perché non accettiamo che a pagare gli errori della destra siano ancora una volta le famiglie più fragili».

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