Il risultato è che, sotto l’azione dei raggi solari, di vento e pioggia, miliardi di filamenti e frammenti di plastica sono tra la sabbia o sono finiti direttamente in mare. Ed è impossibile recuperarli!
Il Touring Club Italiano ribadisce da tempo che non si tratta “solo” di deturpamento estetico dell’ambiente (che scoraggia il turismo balneare), ma contribuisce ad accrescere direttamente l’immenso problema sanitario dell’inquinamento da plastiche: già in origine di piccole dimensioni e di tenue consistenza, si degradano rapidamente fino a dimensioni più che microscopiche (nanoplastiche) e veicolate dall’acqua, attraverso la catena alimentare, entrano nei tessuti di qualsiasi organismo vivente, animale o vegetale e da questi nell’essere umano che se ne ciba. Inoltre, è stato accertato che dentro le microplastiche trovano rifugio virus e batteri, patogeni per la salute dell’ambiente, degli animali e dell’uomo.
Considerato che il richiamo al senso di responsabilità si è rivelato vano, Regioni, Comuni, e Autorità marittime vietino, esplicitamente e immediatamente, l’ulteriore uso delle ombreggiature di rafia sintetica".
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