L’AQUILA - "L’acqua del Gran Sasso, bene comune primario e insostituibile per centinaia di migliaia di cittadini abruzzesi, deve essere messa in sicurezza con una gestione unitaria e trasparente. È questo il cuore dell’ “Appello per il Gran Sasso” lanciato dall’ingegnere Giorgio Morelli e dal geologo Mauro Manetta, figure che a vario titolo si sono occupati e continuano ad occuparsi della tutela del sistema idrico sotterraneo: Morelli come ingegnere delegato dalla Procura di Teramo e coordinatore dei consulenti del P.M. negli anni 2002/2003 sul tema degli sversamenti; Manetta come geologo incaricato nel 2021/2022 dalla struttura commissariale per lo studio del sistema idrogeologico.Pur notando un ravvedimento e riconoscendo i passi avanti compiuti dal Commissario straordinario, ing. Pierluigi Caputi, che ha introdotto un nuovo quadro esigenziale e avviato la definizione dell’iter che porterà alla stesura del DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali), tuttavia, Morelli e Manetta osservano la scelta contraddittoria di gestire in modo separato i lavori di impermeabilizzazione nelle aree dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e nei tratti in galleria.
“Una frammentazione delle responsabilità e della tipologia di intervento, considerando l’unicità e complessità dell’acquifero metterebbe a rischio la coerenza e l’efficacia degli interventi”.
Nell’appello, si chiede che: i lavori procedano sotto un’unica regia, eventualmente per lotti funzionali, così da garantire la continuità degli esperimenti scientifici senza rinunciare alla sicurezza dell’acquifero.
Morelli e Manetta chiedono che vengano effettuate verifiche sismiche nelle sale dei Laboratori, per valutare i rischi legati alla presenza, nei pressi dei Laboratori, di una faglia attiva, come, a suo tempo, indicato dall’ARTA Abruzzo; chiedono che sia rivista la campagna di sondaggi geognostici, rinunciando a nuove perforazioni rischiose che appaiono anche inutili se non giustificate da evidenze scientifiche innovative.
La comunità scientifica e tecnica sostenga l’esigenza di una gestione unitaria, chiara e controllabile.
“La sicurezza dell’acqua non è un ostacolo – affermano Morelli e Manetta – ma la condizione stessa che può garantire la continuità e la credibilità delle ricerche. Solo così i Laboratori potranno progredire senza interferenze, senza conflitti con l’opinione pubblica e mantenere alta la loro credibilità scientifica internazionale”.
Un invito dunque rivolto al Commissario straordinario e a tutte le istituzioni competenti: mettere da parte le contraddizioni e sovrapposizioni e agire finalmente in modo unitario per la salvaguardia dell’acquifero del Gran Sasso, bene comune vitale per la salute dei cittadini e patrimonio comune da proteggere.
APPELLO PER IL GRAN SASSO
Il sistema idrico del Gran Sasso non può essere gestito in modo contraddittorio.
Noi sottoscritti, Giorgio Morelli e Mauro Manetta, rivolgiamo un appello affinché vengano superate tutte le incongruenze e si adotti un approccio unitario e coerente nei lavori di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.
Già in passato entrambi ci siamo occupati criticamente delle vicende legate alla salvaguardia della complessa circolazione idrica sotto il Gran Sasso, Morelli come ingegnere delegato dalla Procura di Teramo e coordinatore dei consulenti del P.M. negli anni 2002/2003 sul tema degli sversamenti; Manetta, nel 2021 e 2022, come geologo incaricato dalla struttura commissariale per lo studio del sistema idrogeologico.
Abbiamo sempre evidenziato le incongruenze delle progettazioni e delle previsioni. A riprova, recentemente, come altri, abbiamo aderito all’Avviso Pubblico del 19 febbraio 2025 (n. 24) del Commissario straordinario, ing. Pierluigi Caputi, inviando contributi tecnici che successivamente sono stati messi a disposizione della Soc. Italferr, incaricata della progettazione.
In risposta, sono state avanzate soluzioni progettuali più adeguate alla salvaguardia dell’intero acquifero. Successivamente, il Commissario ha aggiornato il Quadro Esigenziale, introducendo un cronoprogramma che prevede, per ottobre 2025, la definizione del DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali).
Questa scelta segna una svolta importante rispetto al passato: si parla infatti di DOCFAP, di Dibattito di Coinvolgimento (simile al Dibattito Pubblico previsto dal Codice degli Appalti), di DIP (Documento di Indirizzo Progettuale) e, solo in ultimo, di PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica). È un avanzamento e ravvedimento rispetto al precedente quadro esigenziale, incentrato invece sul PFTE Plus.
Il Commissario ha inoltre individuato uno Scenario di Intervento che prevede l’impermeabilizzazione come unica soluzione praticabile: separare fisicamente tutte le attività antropiche sotto la montagna (il cosiddetto “condominio impossibile”) dall’acquifero.
Le contraddizioni
Nonostante questi passi avanti, permane una antinomia di fondo: il rapporto fra la Struttura Commissariale e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (INFN): pur riconoscendo i rischi connessi all’acquifero e condividendo l’obiettivo dell’impermeabilizzazione, i Laboratori hanno manifestato la volontà di procedere autonomamente attraverso anche l’istituzione di un soggetto tecnico “indipendente”.
Così si andrebbe a generare un rischio gestionale di sovrapposizione di ruoli proprio quando si sta andando verso l’unificazione delle figure commissariali per la sicurezza sismica e idrica.
La nostra proposta
Si auspica che i lavori di impermeabilizzazione debbano procedere sotto un’unica regia, eventualmente articolati per lotti funzionali (Gallerie di manovra, Sala 1, Sala 2, Sala 3, etc), garantendo, cosi, la continuità degli esperimenti con interventi realmente efficaci.
Allo stesso modo, è indispensabile affrontare la questione delle verifiche sismiche all’interno delle Sale dei Laboratori, come già segnalato da ARTA Abruzzo. L’influenza, nell’area occupata dai Laboratori, di una faglia attiva e la mancanza di strutture di contenimento adeguate, invece presenti nelle gallerie autostradali, espongono concretamente l’intero “sistema Gran Sasso” a scenari di rischio catastrofico in caso di sisma.
Sia rivista la campagna di sondaggi geognostici, rinunciando a nuove perforazioni inutili e rischiose, soprattutto all’interno delle canne autostradali, se non giustificate da provate evidenze scientifiche innovative.
Permangono inoltre incongruenze legate alla campagna di sondaggi geognostici effettuati all’esterno delle canne autostradali. Se questi non hanno prodotto risultati innovativi rispetto alla vasta letteratura scientifica disponibile, è doveroso rinunciare a nuove perforazioni rischiose e inutili.
La comunità scientifica e tecnica sostenga l’esigenza di una gestione unitaria, chiara e controllabile.
L’appello
Chiediamo che:
L’INFN, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e la struttura commissariale conseguano una gestione unitaria e coerente, per garantire la difesa dell’acquifero come bene primario e irrinunciabile attraverso una progettazione omogenea, nelle procedure e nel contenuto, per mettere in sicurezza l’intero “sistema Gran Sasso”
Si proceda nelle aree occupate dai Laboratori alle verifiche sismiche, come indicato dall’Arta Abruzzo, tenendo conto dell’effetto di un “risveglio” della faglia di Campo Imperatore, attiva capace, e dell’influenza nello spazio occupato dagli esperimenti, alla luce anche della mancanza nelle sale dei Laboratori delle centinature metalliche di sostegno
La Società Italferr adegui le proprie attività al nuovo quadro esigenziale, eliminando quelle inutili e rischiose rendendo anche pubblici i risultati dei sondaggi già effettuati.
È un appello alla scienza ed alla coscienza, perché si comprenda che la sicurezza dell’acqua non è un ostacolo ma una condizione essenziale per garantire la Salute, la continuità della ricerca e il futuro stesso dei Laboratori".
Giorgio Morelli, ingegnere
Mauro Manetta, geologo
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