ROMA - "Ho appreso con umana soddisfazione, ed è per questo che li ringrazio, la scelta operata dai giuristi italiani di effettuare una staffetta di protesta, consistente nello sciopero della fame, per attirare l'attenzione sulle condizioni di invivibilità nelle quali sono ricadute le carceri italiane.L' intento di rompere il muro dell’indifferenza sul dramma carcerario e dei suicidi in carcere e per il carcere (solo nel 2025, sono già 40 i detenuti e 2 gli operatori penitenziari che si sono tolti la vita ) mi porta a pensare che non siamo soli a condurre le "battaglie sul diritto" che quotidianamente, in quanto poliziotti penitenziari, ci vedono diretti protagonisti.Le condizioni di sovraffollamento caratterizzanti la quasi totalità degli istituti di pena italiani non possono più passare inosservate.
Si è parlato e molto di possibili interventi volti a deflazionare il numero di ristretti e riportarli ad una condizione regolamentare ( sono circa 62.700 i detenuti e gli internati che affollano le carceri nazionali a fronte di poco più di 50.000 regolamentari).
Tuttavia finora abbiamo solo assistito a un balletto di proposte che vanno dal tirare fuori tossicodipendenti per inviarli in strutture ad essi più idonei al soddisfacimento di recupero; alla proposta di fare scontare pene in carceri extra nazionali a chi italiano non è.
Tutte proposte assolutamente condivisibili ma che ad oggi hanno avuto solo il proposito di alimentare chiacchiere ed illusioni.
A dir la verità, nelle more che le suddette proposte si trasformino, si spera, in fatti, piace molto l'idea maturata dall'onorevole Giachetti di premiare ancora di più, portando dagli attuali 45 a 75 i giorni di libertà anticipata per ogni semestre maturato, chi in carcere dimostra di voler seriamente intraprendere un'opera di conversione alla vita sana puntando sul rispetto delle regole.
L'aspetto della premialità, per chi come me in carcere ci lavora da trent'anni, è stato visto sempre come un ottimo deterrente utile al raggiungimento dell'obiettivo della rieducazione e del reinserimento del reo.
La legge Gozzini è stata davvero un toccasana per tutti siano essi ristretti che operatori penitenziari.
Migliorarla con gli accorgimenti premiali proposti da Giachetti sono convinto concorrerà a rendere più vivibile ed accettabile il sistema carcerario attualmente in preda ad un sovraffollamento medio attualmente impostato in media a un +135%.
Ovviamente chiedere che si faccia materializzare la proposta di tirare fuori i tossicodipendenti, estradare nei loro paesi d'origine i detenuti stranieri e, ci aggiungerei, sistemare nelle Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) i soggetti psichiatrici troppo di fretta tirati fuori dagli ospedali psichiatrici giudiziari, e il minimo sindacale che si possa chiedere a chi può, anzi deve, restituire dignità alle persone ristrette e, soprattutto, a chi in carcere ha scelto di andarci per guadagnarsi semplicemente un pezzo di pane da portarsi a casa.
Colgo l'occasione per salutare e fare gli auguri di pronta ripresa a tutti i colleghi aggrediti ( diverse migliaia ogni anno), non ultimi quelli del carcere di Pescara malmenati e feriti da chi più che in carcere dovrebbe stare, come accennato, in una struttura psichiatrica ad hoc quale potrebbe essere la REMS per l'appunto".
( Così il componente della Segreteria Nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella)
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