Le interlocuzioni con il Comune sono sempre state difficili e improntate da parte
dell’amministrazione ad un atteggiamento supponente e finalizzato ad evitare qualsiasi tipo di
spesa. Decidemmo quindi di farci carico, anche grazie ai fondi del progetto LIFE Bear-Smart
Corridors, di parte del costo dei lavori mettendo a disposizione 8.000 € e sperando che, così
facendo, l’amministrazione comunale decidesse di mettere in sicurezza il bacino. Dopo un anno
di ulteriori ritardi, di solleciti scritti e di interlocuzioni infruttuose con i rappresentanti
dell’amministrazione, nello specifico i consiglieri Ciarletta e Pace, il Comune ci chiese un
ulteriore contributo finanziario per procedere. Salviamo l’Orso a quel punto decise di
coinvolgere i colleghi di Rewilding Apennines così da poter mettere insieme la ragguardevole
cifra di 14.000 €, offerta al Comune di Scanno a metà ottobre 2023.
Tutti questi passaggi sono documentati dalle mail che abbiamo conservato e che mettiamo a
disposizione dei giornalisti e di chiunque volesse verificare la veridicità della nostra
narrazione.
dell’amministrazione ad un atteggiamento supponente e finalizzato ad evitare qualsiasi tipo di
spesa. Decidemmo quindi di farci carico, anche grazie ai fondi del progetto LIFE Bear-Smart
Corridors, di parte del costo dei lavori mettendo a disposizione 8.000 € e sperando che, così
facendo, l’amministrazione comunale decidesse di mettere in sicurezza il bacino. Dopo un anno
di ulteriori ritardi, di solleciti scritti e di interlocuzioni infruttuose con i rappresentanti
dell’amministrazione, nello specifico i consiglieri Ciarletta e Pace, il Comune ci chiese un
ulteriore contributo finanziario per procedere. Salviamo l’Orso a quel punto decise di
coinvolgere i colleghi di Rewilding Apennines così da poter mettere insieme la ragguardevole
cifra di 14.000 €, offerta al Comune di Scanno a metà ottobre 2023.
Tutti questi passaggi sono documentati dalle mail che abbiamo conservato e che mettiamo a
disposizione dei giornalisti e di chiunque volesse verificare la veridicità della nostra
narrazione.
A quel punto anche il PNALM aveva dato la sua disponibilità a contribuire con ulteriori fondi
nonostante il bacino non fosse all’interno dei confini del parco. Tuttavia, ancora una volta,
l’amministrazione si è distinta per la sua ignavia e per la noncuranza con cui tratta l’immenso
patrimonio naturale da cui è immeritatamente circondata. Duole notare che, ancora una volta, ci
siamo trovati a dover combattere contro chi non ha remore a parlare di orsi e fauna selvatica,
usandoli come simboli e trofei per guadagnare il favore dei turisti, monetizzando la natura e
sfruttandone la bellezza, ma che quando poi è il momento di agire si nasconde e fa orecchio da
mercante. Ci chiediamo, oggi più che mai, come ci si possa vantare di essere parte della Terra
degli orsi, un paese che probabilmente in pochi conoscerebbero al di fuori dei confini abruzzesi
se non fosse stato per l’orsa Gemma, anch’essa eletta a simbolo solo per meri fini di attrattività
turistica. Qualcuno dirà che siamo stati facili profeti e invece abbiamo solo seguito la ragione e
la scienza che ci suggeriva l’importanza di mettere in sicurezza il territorio. Una necessità su cui
abbiamo insistito per ben 4 anni con un’amministrazione comunale incapace ed irresponsabile
come quella di Scanno che, oggi, avrebbe potuto essere impegnata a preoccuparsi di come
difendersi dall’aver ferito, anche in modo grave, una persona e non due orsacchiotti la cui unica
colpa è stata quella di camminare nel territorio che condividevano con l’essere umano.
L’evento tragico ci conferma che, per quanto ci si possa sforzare e per quanto duramente si possa
lottare, la conservazione passa necessariamente dalla condivisione degli intenti e degli obiettivi
tra enti e istituzioni, oltre che con le comunità locali. Negli ultimi anni abbiamo messo in
sicurezza più di venti tra vasche e pozzi e abbandonati. Per uno di questi interventi,
l’associazione Rewilding Apennines è stata addirittura citata in un esposto con l’accusa di aver
danneggiato una vasca di raccolta inutilizzata nel Parco Regionale Sirente Velino e interrogata
dai Carabinieri Forestali di Secinaro, a dimostrazione che in un paese come il nostro vale ancora
il detto “se non fai, non sbagli mai”.
Oggi rimane la magra consolazione che, nonostante tutto, tante di queste trappole sono state
disattivate grazie ai fondi ed all’impegno di privati cittadini che operano nell’interesse di intere
comunità abbandonate da amministrazioni vergognose come quella di Scanno. Ci auguriamo
che quanto accaduto serva da monito e che le vasche rimaste aperte e accessibili in altri luoghi di
queste montagne vengano messe quanto prima in sicurezza e che inizi al più presto il tempo
dell’azione”
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