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mercoledì 14 maggio 2025

ASL1 AVEZZANO-SULMONA-L’AQUILA: "A RISCHIO CENTOCINQUANTA POSTI DI LAVORO NEL SILENZIO ASSORDANTE DELLA POLITICA"

L'AQUILA - "Assordante silenzio da parte della politica regionale e locale sui gravi accadimenti che stanno interessando la ASL1. Infatti, proprio in questi giorni, abbiamo appreso che i servizi di supporto amministrativo rischiano di essere tagliati. In particolare, per  tali servizi, esternalizzati da oltre un decennio, è disposta, ad opera della Regione Abruzzo, la sospensione delle procedure di gara per il relativo affidamento.E’ giunto, quindi, il momento di chiedere alla politica, e cioè al Presidente della Giunta Regionale Marco  Marsilio, all’Assessora alla Sanità, Nicoletta Verì, all’Assessore al Bilancio, Mario Quaglieri e al Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci, se intenda occuparsi delle concrete esigenze dei cittadini e delle cittadine, lavoratori e lavoratrici, assumendosi la responsabilità di trovare soluzioni adeguate alla soddisfazione di quelle esigenze, o se, invece, preferisca guardare altrove, mentre sentimenti di sconcerto e di precarietà di vita si diffondono con sempre maggiore forza tra la collettività, alle prese con crisi occupazionali gravi e con servizi pubblici malfunzionanti o inesistenti.
Posto che è la politica e chi governa la cosa pubblica a dare l’indirizzo alla programmazione sanitaria, dovremmo presumere che la politica e chi governa la cosa pubblica condividano, perché la avallano, la scelta di sospendere la gara, mettendo a rischio oltre centocinquanta lavoratrici e lavoratori, con pesanti ricadute sul funzionamento e sull’erogazione dei servizi dedicati alla collettività.  Si tratta, infatti, di una scelta scellerata che comporterebbe il blocco di quei servizi, oggi forniti prevalentemente dal personale delle cooperative.
Al silenzio della politica si aggiunge quello del Direttore Generale della ASL1 che continua a sfuggire alle proprie responsabilità, così come fanno i dirigenti sui recenti accadimenti, trincerati dietro ai loro ruoli e rinchiusi nelle loro stanze, senza dare risposte alle parti sociali, alle lavoratrici e ai lavoratori, che pure le meritano e, soprattutto, senza dare alcuna certezza sul futuro.
Noi, come i lavoratori e le lavoratrici, non abbiamo contezza di quanto accadrà, non avendo avuto, sinora, alcuna interlocuzione formale con chi di dovere, né alcuna comunicazione circa la scadenza dell’affidamento, eventuali proroghe o nuovi affidamenti a garanzia della continuità lavorativa per centocinquanta persone. Persone che, private del loro lavoro e, in molti casi, dell’unica fonte di reddito, si ritroverebbero in condizioni critiche.
Inoltre, i cittadini e le cittadine, tra i quali i lavoratori e le lavoratrici interessati dalla  vertenza in corso, dopo il recente aumento delle aliquote IRPEF che pesa sulle loro tasche, volto a ripianare il debito delle ASL abruzzesi, si ritroverebbero a fare i conti con una nuova ed ulteriore contrazione dei servizi, già ridotti all’osso, se non, addirittura, con una vera e propria paralisi di quegli stessi servizi, e con una grave ed inammissibile perdita occupazionale.
Risulta, a questo punto, sempre più evidente che l’unico fine realmente perseguito dalla politica non sia quello del benessere dei cittadini e delle cittadine, ma una continua rincorsa al mero contenimento dei costi. Ciò che, infatti, manca è una programmazione seria e concreta di ripristino e di mantenimento dei servizi sanitari, ivi compresi quelli di supporto amministrativo, che ne consenta il corretto funzionamento e la conseguente erogazione ai cittadini e alle cittadine abruzzesi, con la salvaguardia delle professionalità già maturate dal personale attualmente in forza.
Pertanto, per evitare una grave crisi occupazionale che comprometta ulteriormente la fruizione dei servizi sanitari da parte della collettività è necessario che la politica si assuma finalmente la responsabilità di effettuare una programmazione seria e concreta del sistema sanitario pubblico, partendo dalla tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e del diritto dell’utenza alla fruizione dei servizi pubblici, secondo principi di equità, universalità e gratuità. E ciò abbandonando, quindi, in via definitiva, la logica di mera riduzione dei costi.
Serve rimettere al centro della discussione politica il lavoro stabile, sicuro e di qualità e il buon andamento del sistema sanitario pubblico, attraverso la valorizzazione di tutto il personale che, negli ultimi anni, si è spinto oltre le proprie possibilità per sopperire alle innumerevoli carenze e per garantire il diritto alla salute dei cittadini e delle cittadine.
Chiediamo, quindi, alla Regione Abruzzo la revoca della sospensione della procedura di gara e l’avvio immediato di un tavolo di confronto al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e la fruizione dei servizi da parte della collettività. In caso contrario, attiveremo tutte le necessarie iniziative di lotta e di mobilitazione a garanzia del lavoro e della continuità assistenziale".



        CGIL L’Aquila                        FP CGIL Provincia dell’Aquila
             Francesco Marrelli                             Anthony Pasqualone

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