PESCARA - "Continuano a ripetersi all'interno degli ospedali, e principalmente nei Pronto Soccorso, i casi di aggressione a danno degli operatori sanitari. Considerata la frequenza, restare inermi non è più possibile. I più esposti sono ovviamente gli infermieri, il personale sanitario e i medici che si confrontano con i casi di emergenza-urgenza, e che quindi lavorano in quei reparti che prendono in carico i pazienti non appena arrivano in ospedale e che richiedono un ambiente di lavoro sereno al fine di compiere in brevissimo tempo diagnosi e scelte difficili.Di certo non è possibile svolgere questo lavoro in un clima da farwest, soprattutto se questi episodi cominciano a diventare abituali, col risultato che ormai diventa sempre più difficile reperire professionisti disposti ad operare nei reparti più sensibili.
A seguito dell'ennesima aggressione avvenuta all'interno del Pronto Soccorso di Pescara occorre una reazione seria, che non si limiti solo all'annuncio di una maggiore vigilanza armata da affiancare al portierato.
Il Direttore generale della Asl, come si evince dal verbale della Commissione V del 24 settembre 2024, aveva annunciato la riduzione delle ore prestate dalla
società preposta al portierato, creando tra l'altro un danno a svariati lavoratori della Diogene, allo scopo di aumentare invece le risorse umane della società di vigilanza armata. Eppure, a distanza di mesi, continuano ad essere impiegati due soli vigilanti armati, uno presso il pronto soccorso e uno per l'intero ospedale a visionare le telecamere di sicurezza nella sala regia.
Sono quanto mai necessarie misure concrete, non operazioni spot che nulla risolvono, come corsi di formazione e campagne pubblicitarie. La legge recentemente approvata, che impegna la Regione alla costituzione di parte civile nei casi di violenze nei confronti degli operatori di pubblici servizi, può avere senz'altro una funzione educativa, ma occorre al contempo intervenire sul campo per porre un argine al fenomeno.
In risposta all'aggressione di giovedì, il Sindaco di Pescara - che riveste tra l'altro il ruolo di Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci - si è limitato a un'analisi sociologica sulla "violenza dilagante nella società" senza chiedere conto alla Asl di quanto avvenuto. Come mai, piuttosto, non ha chiesto all'azienda sanitaria quali misure stia mettendo in campo per prevenire gli episodi di violenza e se veramente si sia verificato un aumento dei controlli. Forse il Sindaco ritiene sufficienti le due risorse umane attualmente impiegate in vigilanza? E poi, Masci ha affermato che esistono forze di polizie che presenziano stabilmente nei pressi dell'ospedale. A noi personalmente non risulta, o meglio, sappiamo che la loro presenza è assicurata solo dalle 8 alle
20, dunque non nel corso della notte, quando si verifica il maggior numero di aggressioni.
Ecco di cosa dovrebbe occuparsi il Sindaco di Pescara, altro che sostenere come la pubblicazione sul sito della Asl dei tempi di attesa in Pronto Soccorso rientri tra le azioni di prevenzione della violenza sui sanitari. Un'affermazione che ha dell'incredibile, in quanto semmai si tratta di una scelta organizzativa e informativa, di certo non di un deterrente contro le aggressioni.
Una di queste sere mi recherò personalmente in Pronto Soccorso per certificare tutto ciò che scrivo, consapevole che la mia visita forse vale più di tante parole".
Il Vicepresidente del Consiglio Regionale
Antonio Blasioli
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