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giovedì 6 febbraio 2025

"RANDAGISMO A PRATOLA, UNA QUESTIONE NON PIÙ RINVIABILE NEL TOTALE DISINTERESSE DEL COMUNE"


PRATOLA - "Il fenomeno del randagismo risulta essere, ormai da anni, un problema serio e rilevante da non sottovalutare, che determina costi sociali elevati sia in termini di risorse economiche sia in termini di salute pubblica, considerando inoltre che la tutela dei diritti degli animali è sancita dall’art. 9 della Costituzione. Pratola, infatti, sta vivendo una fase di randagismo senza precedenti. Spesso si vedono diversi gruppi di cani, composti anche da dieci-dodici esemplari, spesso malati, sia nelle aree periferiche del paese come la località spinelle, la zona del cimitero, capo croce ma anche nei quartieri più centrali. Il fenomeno dell’abbandono dei cani e del conseguente randagismo, oltre ad essere un reato penale, dovrebbe essere anche una priorità delle amministrazioni comunali per tutelare sia la salute stessa degli animali che per garantire la sicurezza dell’intera collettività e dei tanti cittadini che escono tranquillamente per una passeggiata o per fare sport. 





L’amministrazione Di Nino, pensando così di risolvere il problema, siglò un protocollo d’intesa con la Asl nel 2019 ed affidò il servizio di ricovero, custodia e mantenimento dei cani randagi nella loro struttura alla Siac srl della provincia di Isernia dal 2021 al 2023 per un costo totale di circa 30.000 euro, risolvendo poi il contratto in seguito alla comunicazione della Siac di chiusura del canile di Tufillo e alla proposta di un altro in Molise, affidandosi infine alla Comar Farm di Collelongo, unico altro ente ad aver partecipato alla trattativa privata posizionatosi subito dopo la ditta Siac srl, per un costo di 21.700 euro fino a settembre 2025.  

Ma il fenomeno randagismo, ed è sotto gli occhi di tutti, non è stato risolto. Perché affidarsi passivamente agli operatori del servizio veterinario Asl o mandare semplicemente gli animali in canile non basta. Bisogna che il comune ascolti le numerose richieste delle associazioni di volontarie animaliste che da tempo chiedono al sindaco di coordinare un’azione efficace, non repressiva, che possa contenere il fenomeno randagismo e possa prevenire problematiche future e nuove cucciolate incontrollate. Realtà associative come Adotta anime randagie Trasacco, Animali alla riscossa, Cani sciolti di Atessa, Oipa L’Aquila, e Nogra per citarne alcune, che già in questi anni hanno dimostrato l’importanza del loro operato, occupandosi fra le altre emergenze dei 50 cani di Pratola che erano a Tufillo (Cani sciolti odv ex Anta Onlus sez di atessa, amici per un pelo odv e qua la zampa Roseto tra quelle che hanno gestito in prima persona l’emergenza Tufillo).




In passato il Sindaco ha affermato che la convenzione con le associazioni non è la soluzione. In realtà affidare alcuni cani sul territorio alle associazioni di volontari ed ai privati che ne fanno richiesta è previsto dall’art.16 c.7 della legge regionale n. 47/2013, senza necessità di iscrizione al Runts come affermato per smarcarsi dalle richieste. Infatti la legge regionale prevede che il proprietario del cane, in questo caso il comune, possa nominare un soggetto detentore, come una associazione, affidandoletemporaneamente, per sessanta giorni, gli animali per buona cura.Alla Asl competerebbe la prassi sanitaria,  (microchip, vaccinazione e sterilizzazione), alle associazioni, soggetti giuridici  responsabili, competerebbero custodia e il mantenimento,  ed in qualità di detentori si adopererebbero  nei 60 giorni a trovare una famiglia consapevole che ne diventi affidataria, evitando al cane il trauma della detenzione coatta in canile e garantendo al Comune una riduzione significativa dei costi.

Fondamentale, infine, analizzare la situazione dei cani vaganti di Pratola ed il loro comportamento. Spesso sono cani non catturabili in quanto fobici ed evitanti, da generazioni, pertanto occorre ricorrere a strumenti di cattura straordinari, come la telenarcosi. Si tratta di cani fertili diffidenti difficilmente adottabili, e proprio per questo occorre un approccio diverso a quello tradizionale.

Non catturarli significa continuare a fargli mettere al mondo esemplari con le stesse problematiche comportamentali, catturarli e detenerli in canile significa condannarli ad un ergastolo senza aver commesso alcun reato. Ma c’è una misura alternativa praticabile almeno per i cani innocui, e tale misura è prevista dalla normativa regionale : sterilizzare e  rimettere in libertà i soggetti innocui.

 

È possibile, e abbiamo dalla nostra parte, nell' interesse di questi poveri animali, le associazioni provinciali esperte, disposte a sfamare e monitorare giornalmente questi soggetti sul territorio.

Ciò richiede una volontà politica coraggiosa e lungimirante che sia desiderosa di intraprendere un percorso di gestione del fenomeno ed un lavoro sinergico che consentirebbe al comune di ridurre i costi di gestione per mantenere gli animali nei rifugi e ai pelosi di essere adottati con maggiore possibilità grazie all’opera di grande rilievo già svolta dai volontari, come documentabili, in varie realtà e a Pratola Peligna.

Per questo chiediamo pubblicamente all’amministrazione di favorire un dialogo con le tante associazioni di volontarie che tanto hanno dimostrato, come Anime randagie Trasacco~ , animali alla riscossa, Nogra, Cani sciolti odv ex Anta Onlus sez di Atessa e Oipa L’Aquila, salvando e facendo adottare centinaia di cani. Proveremo a favorire un incontro in comune con le associazioni e, se non bastasse, Porteremo la questione in Consiglio".

Mattia Tedeschi

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