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domenica 22 settembre 2024
DI MARCO SU BUSSI: "UNA DOPPIA BEFFA PER IL TERRITORIO LA RINUNCIA DELLA PROVINCIA DI PESCARA A COSTITUTIRSI PARTE CIVILE E L'UTILIZZO DEI FONDI CHE IL PRESIDENTE HA ACCETTATO DA EDISON PER INAUGURARE UN LICEO PESCARESE"
PESCARA - "Su Bussi c'è un doppio tradimento da parte della Provincia di Pescara a guida del presidente De Martinis. Il primo è la rinuncia dell'Ente a perorare la richiesta di risarcimento a Edison per la pesante ipoteca della discarica e anche a restare parte civile in un processo che ha già con un colpevole, questo grazie agli atti e all'azione silente della Provincia stessa, che negli anni della mia presidenza ha reso possibile che si arrivasse al soggetto inquinatore. Ma, cosa non meno grave, chi governa oggi, prima si è "accontentato" di avere da Edison solo 3 milioni di euro, come stima di parte di un danno ben peggiore e duraturo, poi ha usato quelle somme non per azioni positive in paese o nelle aree interessate com'era giusto e logico pensare, bensì per finire il Liceo Marconi di Pescara e inaugurarlo ieri, a pochi giorni dalla ripresa dell'anno scolastico, fra tagli di nastri e sorrisi alla stampa. Così facendo ha tradito di nuovo la comunità a cui li ha tolti, quella che ha dovuto convivere per anni e anni con quei veleni. Ringrazio dunque il gruppo "Rianimiamo Bussi" che ieri nella sala consiliare del comune ha convocato un interessante e partecipato incontro sul futuro ambientale del territorio e mi ha dato l'occasione di fare il punto sia sulla questione della vendita dell'acqua del Tirino alla Puglia, sia sul ruolo della Provincia di Pescara nel caso della discarica", così il consigliere regionale PD Antonio Di Marco, presidente emerito della Provincia di Pescara.
"Sulla vendita della nostra acqua aspetteremo la risposta al mio accesso agli atti della Regione, Commissione d'inchiesta sull'emergenza idrica compresa, perché si arrivi a chi, fra Esecutivo e Consiglio, sapeva e appoggiava, ma oggi fa finta di niente – incalza Di Marco - . Nel frattempo prendiamo atto che sia il clamore di quella vendita, sia la crisi idrica e le promesse di interventi, temi urgenti quest'estate, con la prima pioggia sono magicamente svaniti dall'agenda della Regione Abruzzo che era persino arrivata a chiedere lo stato di emergenza. Ma l'incontro è stato sicuramente l'occasione anche per riparlare della discarica di Bussi e di una tutela ambientale arrivata dopo la scoperta dei rifiuti tossici, l'attivazione delle indagini, i procedimenti giudiziari, le commissioni di inchiesta sui veleni rimasti nascosti per troppo tempo nel ventre della valle. Nel mio intervento ho potuto raccontare anche il ruolo fondamentale che all'epoca ha avuto la Provincia di Pescara, specie sulla scoperta del colpevole, a cui si è arrivati grazie agli atti da me firmati quando ne ero presidente, avviando tutte le procedure di bonifica e le conseguenze del caso che ad oggi procedono purtroppo con lentezza. Un flusso a favore della comunità che chi governa oggi ha arrestato, perché se allora chiedemmo a Edison un pesante risarcimento, l'attuale presidente della Provincia, De Martinis, ha persino rinunciato a costituirsi parte civile, accettando da parte del soggetto inquinatore una somma che è poca cosa per un territorio segnato com'è stata segnata Bussi da quella discarica, ma che, soprattutto, diventa niente per la comunità che meritava di essere risarcita, se la Provincia ha poi scelto di usare quei soldi a Pescara, per completare la palazzina del Liceo Marconi per cui avrebbe dovuto attingere ad altre risorse, non da quelle che avevano un destinatario sensibile come Bussi. Una scelta che mette in grave imbarazzo anche la scuola, che nulla c'entra in questa storia, ma che dice tante cose a livello istituzionale e di cui sapremo di più, grazie all'accesso agli atti promosso dal consigliere provinciale e vicesindaco di Scafa Gianni Chiacchia, ma che va chiarita pubblicamente, perché il territorio di Bussi, per anni ignorato e violato, abbia la rinascita che merita e per cui in tanti abbiamo lavorato alacremente".
Antonio Di Marco
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