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martedì 28 maggio 2024
“MAMMA LAVORA” CONCILIAZIONE VITA-LAVORO
SULMONA - "Le politiche di genere, oggi più che mai, devono occupare un posto di primo piano nelle agende politiche mondiali, siamo sempre più convinte che per il nostro Paese sia una strada obbligata, se vogliamo rialzarci compiutamente dalle rovine sociali ed economiche in cui ci ha ricacciati la pandemia da Covid-19. Dobbiamo rimetterci in moto per una crescita che sia stabile e duratura e, come ci chiede l’Europa, sempre più inclusiva e sostenibile. Non dimentichiamo, inoltre, che più occupazione femminile significa più Pil: nelle stime della Banca d’Italia una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro equivarrebbe a un aumento di circa 7 punti percentuali di Pil, cosa tutt’altro che residuale.Il programma di rinascita del Paese sarà tanto più incisivo quanto più chiari ed attenti saranno i suoi obiettivi prioritari.
Le politiche di genere –è bene ribadirlo –necessitano di un approccio a tutto tondo, devono riguardare cioè tutte le questioni aperte nel loro complesso e non singoli temi a compartimenti stagni. Non si può parlare, ad esempio, di rilancio dell’occupazione femminile se non si affrontano temi socio-assistenziale, la cui carenza è diventata negli anni una caratteristica negativa del nostro welfare. Così come non si può prescindere dall’affrontare tutte le altre problematiche esistenti legate alla violenza in tutte le sue forme, fino al tema della formazione, delle competenze e della digitalizzazione che ha avuto in questa fase emergenziale uno sviluppo rapido.
Insomma, contrastare le criticità del mondo femminile, a partire dalla sua scarsa partecipazione nel mercato del lavoro, vuol dire guardare al futuro dalla “giusta angolazione”.
- La maternità, come sappiamo è considerata ancora un costo anziché un
valore sociale. Il desiderio di maternità costringe sovente le donne a scegliere tra lavoro e famiglia, tra realizzazione professionale o cura dei figli e della famiglia.
La presenza di servizi di welfare, per la famiglia, inoltre, che faciliterebbe la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, si conferma insufficiente. Le famiglie contribuiscono in misura crescente ai costi del Servizio, le strutture si rilevano inadeguate soprattutto per i bambini nella fascia di età 0-2 anni".
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