SULMONA - "Queste OO.SS. le rappresentano che presso l’istituto peligno, il personale tutto, sia quello impegnato nella modifica delle modalità di custodia a “porte chiuse” all’interno dei reparti detentivi, tanto quello delle cariche speciali e degli uffici, decurtati di unità con “tagli lineari”, vive una situazione di forte difficoltà lavorativa, ad oggi in ogni settore dell’istituto si lavora abbondantemente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza con posti di servizio soppressi, posti di servizio accorpati, turni esclusivamente sul terzo quadrante che con spirito di abnegazione rimane anche oltre le 12 ore, riposi soppressi, personale richiamato dal congedo ordinario, ecc..Il poco personale presente si spende senza soluzione di continuità per difendere e reggere l’istituto e l’istituzione, un personale mai sostenuto da una efficiente Area Sanitaria, mai aiutato da rinforzi adeguati su una Area Trattamentale sempre in carenza di personale. Mai arrivate risorse finalizzate a risolvere le criticità nella gestione quotidiana dei detenuti con i dovuti adeguamenti strutturali (docce e acqua calda in stanza, creazione spazi per attività, ecc..), analogamente gli uffici superiori non si esprimono circa l’utilizzo della caserma agenti e gli investimenti necessari per la sistemazione definitiva.Se non bastasse, da ultima il Provveditore, con una recente nota ci raccomanda di non superare il limite delle 41 ore di straordinario mensili. Si vuole ricordare solo che il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio in questo istituto non vuole effettuare turni giornalieri superiori alle 6 ore ma è costretto a farlo perché sono pochi a garanzia dell'ordine, della sicurezza e della disciplina nella struttura penitenziaria. Appaiono preoccupanti, ma solo a noi visto il silenzio dell’amministrazione, anche i livelli di assenza tra il Personale, forse indice di uno stato di forte stress, forse dovuto ai ritmi lavorativi appena descritti?Fin dal 2013, anno in cui, con la chiusura della Casa di lavoro, l’istituto si è trasformato a totale vocazione Alta Sicurezza, AS 1 e Collaboratori di 1^ fascia, chiediamo la rivalutazione dell’organico necessario di polizia penitenziaria, come previsto dal ”medium test”, altro non è che il riconoscimento di maggiori carichi di lavoro dovuti nella gestione dei detenuti del circuito di Alta Sicurezza. Applicare le valutazioni del medium test renderebbe evidente quanto sia inadeguata l’attuale pianta organica di questa Casa di Reclusione.
Ad oggi la carenza ruolo agenti/assistenti è superiore a 40 unità, a questi bisogna aggiungere 55 unità assenti a vario titolo di cui circa 33 unità assenti in “stati d’ansia”.Facile definirli fannulloni, il personale non può più sostenere a lungo la decurtazione e cancellazione dei propri diritti soggettivi, diritto al giusto riposo, diritto alle 36 ore settimanali, diritto a lavorare in sicurezza, sicurezza dalle “responsabilità” connesse al lavoro.
Quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, alle risorse o alle esigenze dei lavoratori provoca un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose e questo stress prolungato nel tempo che può portare a tante problematiche per la salute, dalle più semplici alle più gravi, perché altera il sistema immunitario.
Ci affidiamo perché ci sia un intervento urgente presso il PRAP, perché il Personale non merita di essere lasciato solo, c’è bisogno di sostegno con atti concreti volti a creare un giusto clima lavorativo, sarebbe imperdonabile sottovalutare la criticità esposta. Si chiede, anche un interessamento circa il riconoscimento della “specialità” dell’istituto di Sulmona, unico nel panorama nazionale, alla stregua di istituti con reparti dedicati ai 41 bis.
Presidente, la situazione è realmente difficile ed è per questo motivo che le chiediamo un intervento non rinviabile con un provvedimento di assegnazione consistente di personale di Polizia Penitenziaria e in tempi rapidi. Il presente appello lo riteniamo necessario e faremo azioni di proteste per sensibilizzare
l’Amministrazione, la Politica e l’opinione pubblica, pur di difendere i poliziotti penitenziari vittime sacrificali di uno stato che dovrebbe difendere i cittadini al suo servizio.
Si resta in attesa di un tempestivo cenno di riscontro"
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