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sabato 10 ottobre 2020

IN TANTI PER L' ULTIMO SALUTO A FRANCESCO BELLINI

CASTEL DI SANGRO - Tanti i cittadini in fila per salutare oggi a Castel di Sangro Francesco Bellini,  nella chiesa di San Giovanni Battista.Tra i tanti presenti oltre alla moglie Loreta, il figlio Fernando (infermiere all’ospedale di Piacenza) e la figlia Antonella, il sindaco di Castel di Sangro Angelo Caruso.E’ stato stroncato da un infarto sul posto di lavoro, mentre forniva informazioni al pubblico ed eseguiva le prenotazioni negli uffici del Cup, vicino all’ospedale di Castel Sangro. Il paradosso è che quel presidio sanitario, così tanto discusso negli ultimi decenni, non è riuscito a strapparlo alla morte: aveva soltanto 54 anni.

Non sapremo mai se la presenza dei medici dell’unità coronarica e della rianimazione avrebbero potuto salvargli la vita. Il motivo è semplice: i due presidi da tanti anni non esistono più. E per un banale infarto si muore da queste parti.
La rabbia è tanta fra gli amici perché la struttura in cui ha dato tanto, sia in termini professionali che umani, non è riuscita nel momento del bisogno a restituirgli ciò che lui ha fatto per tutti nella sua Castel di Sangro. Prodigandosi sia dentro il nosocomio che fuori. Ed in modo del tutto disinteressato. Lui credeva nel suo lavoro e nel valore dell'amicizia, ma con i fatti.

Tanta gente oggi pomeriggio fuori dalla camera mortuaria dell’ospedale per tributargli il saluto e manifestare la vicinanza alla sua famiglia. Nessuno riesce ad accettare la dipartita prematura.
“Era un orsacchiotto, grande fisicamente come la sua immensa bontà e disponibilità verso tutti”. A stento riesce a parlare uno dei suoi più grandi amici, Salvatore Di Carlantonio, che insieme a Fabrizio Amicangioli, Franco Di Nenno, Donato Onorato ed Angelo Caruso, supportati dai tecnici Pasquale Petrarca e Massimiliano Di Niro (membri della band musicale Il Centro) hanno fatto ballare le generazioni dei giovani del posto a cavallo tra la metà degli anni settanta e gli ottanta.
Conosciuto per la sua grande passione a tavola, onorava qualsiasi invito gratificando ogni volta i cuochi e le cuoche di turno.

“Celebri i suoi scherzi con il baracchino” ricorda commosso Vincenzo Di Carlo. Si imitavano personaggi del posto, in particolare tre noti professionisti: un elettrauto, un gommista ed un bidello. E grazie alla complicità degli amici del canale 22, tutti credevano che fossero davvero loro a discutere animatamente sulla frequenza della 27 mhz. Altri tempi, altre tecnologie, altra musica. Lui era uno dei fans scatenati dei Pooh.“Proprio l'altro ieri avremmo dovuto incontrarci per una session musicale". Dice profondamente rammaricato Di Carlantonio. "Ho avuto avuto un impedimento professionale". Ma non riesce proprio a perdonarselo. Una decina di giorni fa si erano visti per degustare a casa sua una “Lesconda”.Alla fine della messa un grande e lungo applauso di tutti i presenti lo ha salutato nel piazzale della chiesa per l'ultima volta.


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